Sabato 11 maggio 2013 alle 21.30 RaiTre trasmetterà la quinta puntata di “Ulisse - il piacere della scoperta”, il programma di approfondimento condotto da Alberto Angela.
In questo quinto appuntamento: “I sensi della vita”. Quanti sono i sapori fondamentali? In compagnia di Alberto Angela andremo alla scoperta cinque sensi dell’uomo, cercando di capire come funzionano, quali cose possono rivelarci e quali sono al di fuori della loro portata, e in cosa sono diversi da quelli di alcuni animali.
I nostri sensi ci restituiscono un ritratto del mondo che, se lo esplorassimo con i sensi di un’altra specie, sarebbe profondamente differente. In fondo il mondo come noi lo vediamo è solo uno dei tanti possibili.
Scopriremo perché riusciamo a percepire certi sapori, perché ad alcune persone piacciono determinati cibi ma non ne sopportano altri, e come tutti i sensi concorrono nel farci godere di un buon piatto.
Possiamo intendere i sensi come dei laboratori, delle guardie che ci avvisano dei potenziali pericoli: hanno un compito che potremmo definire di difesa. A volte basta semplicemente annusare qualcosa per capire il pericolo. Un cattivo odore. Il nostro disgusto verso i cattivi odori è così forte che qualcuno ha persino pensato di creare un cattivo odore “assoluto”, un odore talmente disgustoso da poter essere usato addirittura per esempio come una arma che non fa vittime, ma che spinge il nemico alla fuga.
A che cosa serve il nostro orecchio? A questa domanda quasi tutti noi risponderemmo d’istinto: a sentire. Ma molto spesso ci dimentichiamo di una seconda funzione, importantissima, dell’orecchio interno: ci permette di mantenerci in piedi, e muoverci senza cadere. Questo perché dall’orecchio dipende qualcosa che potremmo considerare a tutti gli effetti un sesto senso: l’equilibrio.
Nel corso della serata scopriremo inoltre come funzionano tatto e percezione del dolore e come questa cambi a seconda della zona del corpo che viene coinvolta.
Ma negli esseri umani quale è il senso più raffinato? È senza dubbio la vista: è lei l’arma più efficace per evitare i pericoli fin dalla preistoria. Siamo bravissimi a individuare un pericolo in movimento. E una volta che lo abbiamo identificato possiamo seguirlo con estrema precisione. È una capacità che deve esserci stata estremamente utile milioni di anni fa nella savana, per distinguere un predatore nell’erba alta, o quando ancora era un microscopico puntino all’orizzonte. E può essere fondamentale ancora oggi, in condizioni totalmente diverse. Come quelle in cui si trovano i piloti dei caccia.
Anche se ci sembra che ciascun senso svolga il suo ruolo indipendentemente dagli altri, spesso non è così: più sensi collaborano insieme, per restituirci una impressione del mondo esterno.
[Foto | Massimiliano Manno]
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