martedì 3 maggio 2011

Le Iene Show, nell’undicesima puntata: un’indagine sui beni confiscati e un intervista al figlio di Pio La Torre

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Nuovo appuntamento mercoledì 4 maggio alle 21.10 su Italia 1 con l’undicesima puntata de “Le Iene Show”, servizi, indagini e reportage esclusivi presentati da Luca e Paolo e Ilary Blasi.

Fanno sempre clamore le notizie dei sequestri milionari attuati dalle forze dell’ordine nei confronti delle associazioni mafiose. Dove finiscono questi ingenti patrimoni? La Legge n° 109 del 7 marzo 1996 descrive la confisca del patrimonio e la destinazione ad uso sociale degli stessi. Il comune può decidere se amministrare direttamente i beni o assegnarli ad associazioni, comunità o enti. I beni dovrebbero essere revocati se non ne viene determinata la destinazione.

Giulio Golia ha indagato sull’argomento, provando a verificare la fine di alcuni beni confiscati alla nota banda criminale della Magliana e inoltre ha intervistato il figlio di Pio La Torre, il politico che, per avere proposto la legge sulla confisca dei beni, fu assassinato nel 1982.

Molti ricorderanno il manager che alcuni anni fa aveva sponsorizzato una linea d’abbigliamento utilizzando come testimonial un giovane rumeno che, ubriaco, aveva travolto e ucciso quattro ragazzi. L’uomo, dopo alcune vicissitudini, sembra abbia aperto un sito internet specializzato nell’ingaggio delle “ragazze ombrellino”, le ragazze ferme sulle linee di partenza delle gare di motociclismo, che fanno ombra ai piloti prima della partenza.

Il lavoro attira moltissime ragazze, spingendone diverse decine a registrarsi al sito pensando fosse gratuita ma che, come scritto velatamente all’interno del contratto ma poi reso ben evidente dopo l’intervento delle Iene, non è proprio così. Infatti le aspiranti ombrelline hanno ricevuto a casa propria, diverse fatture di centinaia di euro che, in caso di mancato pagamento, si sono viste recapitare pressanti richieste di soldi, anche tramite avvocati. Sul caso ha deciso di indagare Nadia Toffa, per cercare di rintracciare, non senza difficoltà, il responsabile del sito.

Matteo Viviani indaga sulla leggenda metropolitana secondo cui gli zingari contrassegnerebbero le case da svaligiare con dei simboli per indicare i momenti più opportuni per farlo, le vittime più facili da colpire, la presenza di un cane, le abitazioni più ricche e quelle da non toccare assolutamente perché occupate da agenti delle forze dell’ordine..

La Iena cerca di indagare sul fatto che si tratti di una leggenda o meno, girando per un quartiere di Milano e analizzando i segni disegnati vicino ai citofoni di alcune abitazioni, scoprendo che effettivamente corrispondono a quelli indicati nel codice che circola da diversi anni. A quel punto Viviani si è recato in alcune comunità rom per raccogliere testimonianze e cercare di capire se si tratta di coincidenze oppure no.

Enrico Lucci prova un esperimento con il contributo di un audiologo e di uno psicologo che quindi assume una importante valenza scientifica: privare per due settimane alcuni studenti volontari di una classe di quinta liceo del cellulare e di Facebook, ottenendo un risultato sorprendente.

Infatti i giovani coinvolti sono risultati più attenti nello studio e hanno raggiunto una maggiore serenità e capacità di concentrazione, con minori ansie e irritabilità.

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