Lunedì 19 marzo 2012 alle 21.05 su Rai 2 ottava puntata di “Voyager – Indagare per conoscere”, il programma di approfondimento scientifico condotto da Roberto Giacobbo.
In questo ottavo appuntamento la squadra di Voyager ha seguito per la Rai una emozionante indagine per risolvere uno tra i più affascinanti misteri della storia dell’arte che dura da 500 anni.
Nel Salone dei Cinquecento a Firenze, dietro un muro dipinto da Giorgio Vasari, potrebbe celarsi l’ultimo capolavoro perduto di Leonardo Da Vinci: La Battaglia di Anghiari.
Un viaggio affascinante in compagnia dell'ingegnere Maurizio Seracini che da 35 anni è convinto che dietro l’opera ci sia il capolavoro del genio rinascimentale, sotto gli occhi dei tanti turisti che ogni giorno visitano la sala.
Seracini ha portato avanti l’ultima fase della ricerca insieme a un equipe di esperti dell’Università di San Diego, con la partecipazione attenta dell’Opificio delle Pietre Dure, storico istituto di restauro fiorentino.
Tutte le operazioni di indagine, svolte con le più sofisticate tecnologie e nel pieno rispetto dell’opera del Vasari, sono state eseguite dalle telecamere del National Geographic in collaborazione con quelle della Rai che segue il progetto da 7 anni.
Voyager, da anni impegnato a seguire gli sviluppi di questo importantissimo progetto, lunedì 19 darà in anteprima europea i risultati delle ricerca, per scoprire se effettivamente siamo vicini a potere ammirare una delle opere più ambiziose del grande Leonardo che, se venisse ritrovata, potrebbe portare nel nostro Paese milioni di turisti provenienti da ogni parte del mondo.
L’indagine si svolgerà con una sonda di 6 millimetri di diametro munita di una microtelecamera ad alta definizione, inserita in un’intercapedine nel muro costruito dal Vasari, si presume per proteggere la grandiosa opera di Leonardo, per mostrare la versione integrale delle immagini più importanti.
Uno dei più avvincenti “gialli” della storia dell’arte che potrebbe essere stato risolto dai lavori a Palazzo Vecchio condotti da Maurizio Seracini che hanno visto emergere diverse prove come un campione di materiale nero avente una composizione chimica molto simile a un pigmento nero trovato nelle vele marroni della Gioconda e del San Giovanni Battista; frammenti di materiale rosso di cui si ipotizza possano essere frammenti organici associabili alla lacca rossa; dalle immagini si capisce chiaramente che lo strato beige sul muro originale può essere stato applicato solo con un pennello.
Inoltre è stato confermata l’esistenza di un vuoto inizialmente individuato tra la parete sulla quale il Vasari ha dipinto il suo affresco e il muro retrostante, che sembrerebbe suggerire una sorta di volontà, da parte del Vasari, di preservare in questo modo il capolavoro di Leonardo.
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