lunedì 21 maggio 2012

Paolo Borsellino - I 57 giorni, Luca Zingaretti racconta la storia dei giorni che hanno separato l’attentato di Giovanni Falcone da quello di Borsellino

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Martedì 22 maggio 2012 alle 21.10 Rai 1 trasmetterà in prima tv il film per la televisione “Paolo Borsellino – I 57 giorni”, con protagonista uno straordinario Luca Zingaretti nella parte di Paolo Borsellino, a 20 anni dai tragici attentati in cui persero la vita Giovanni Falcone e lo stesso Borsellino.

È il 23 maggio 1992, Paolo Borsellino si trova dal barbiere. Oggi è un giorno speciale perché sta per tornare il suo amico Giovanni Falcone che da Roma torna a Palermo per alcuni giorni.

Lo aspetta per pranzo, Borsellino ha seminato la sua scorta per andare al mercato del pesce e comprare qualcosa di speciale che cucinerà lui stesso per festeggiare la candidatura di Giovanni alla Superprocura, nomina data per certa.

Ma improvvisamente arriva una telefonata sul cellulare del giudice che annuncia una notizia terribile: un attentato sull’autostrada Punta Raisi-Palermo in cui è rimasto coinvolto Falcone. Borsellino corre all’ospedale ma l’amico gli muore tra le braccia.

Dal giorno dopo per Borsellino inizia una corsa contro il tempo per cercare di capire, ha bisogno di comprendere cosa c’è dietro la morte dell’amico, che è più che un fratello per lui.

Nel profondo del suo cuore Borsellino intuisce che lui e Falcone sono legati da un destino comune. Entrambi hanno combattuto contro la mafia e hanno vinto una battaglia decisiva istruendo il maxiprocesso. Entrambi sono diventati il simbolo dell’Italia onesta che finalmente ha alzato la testa contro lo strapotere di Cosa Nostra. Ma ora Borsellino è solo.

La sua è un’attività frenetica e sottile per riuscire ad arrivare alla verità, prima che il destino che ha raggiunto Falcone afferri anche lui. Tante cose ormai in Italia sono cambiate, tutto si muove verso un futuro mai così incerto. Al Nord è esplosa tangentopoli che minaccia di travolgere l’intera classe politica. Al Sud la Cassazione ha confermato gli ergastoli del maxiprocesso per la Cupola mafiosa. Cosa Nostra è come una belva ferita.

Borsellino si rende conto che è alla rabbiosa ricerca di nuove strategie: l’assassinio di Falcone è solo l’inizio di una offensiva terroristica, una dichiarazione di guerra allo Stato. In nome di cosa?Il giudice ora sa che ora il suo nome è la nemesi, nei fatti e negli interessi del paese, degli interessi della mafia. Un nemico da abbattere, perché tutto torno come prima.

Questi i fatti di una tragica pagina della storia recente del nostro Paese raccontata nei cinquantasette giorni che hanno separato la morte di Falcone da quella di Borsellino.

Due date segnate con il sangue: 23 maggio 1992, la morte di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e dei tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e, nemmeno due mesi dopo il 19 luglio 1992, quella di Paolo Borsellino e degli agenti Agostino Catalano (caposcorta), Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

È il racconto dei giorni in cui il giudice intuisce il suo destino e inizia a fare i conti con la sua vita, con gli affetti, tracciando il bilancio della sua esistenza, del suo impegno, come magistrato e come uomo, delle vittorie e delle sconfitte.

Sono giorni di tenerezza e d’amore verso la moglie, verso i figli, i colleghi e gli amici. Giorni di lotta con i nemici palesi e occulti che, lui ormai lo sa, hanno già tracciato il suo destino, destino che si compirà con l’attentato del 19 luglio 1992 in via d’Amelio.

Ma sono anche giorni di speranza, di intuizioni sui nuovi scenari che si vanno profilando, in quell’anno in cui tutto cambia. Giorni di scoperte, di nuove idee che sopravvivranno a Borsellino, raccolte da chi verrà dopo di lui, affinché le stragi di Capaci e di via d’Amelio, organizzate con l’idea di far trionfare la strategia stragista di Cosa Nostra, segnino l’inizio della sua fine.

Per la preparazione del film produttori e regista oltre ad avere visionato le interviste di Borsellino, i suoi interventi pubblici e le registrazioni di via d’Amelio, hanno ripetutamente incontrato Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso e il Giudice Antonio Ingroia, ma anche la famiglie, per potere chiarire gli innumerevoli dettagli e capire alcuni passaggi oscuri per correggere alcune idee nate purtroppo da opinioni correnti.

Il film è stato ambientato in molti dei luoghi in cui aveva agito Borsellino come il Palazzo di Giustizia di Palermo, in cui per la prima volta è stata fatta entrare una troupe cinematografica; via Cilea, dove abitava il giudice a tuttora abita la sua famiglia; la barberia dove si trovava Borsellino al momento dell’esplosione sull’autostrada Punta Raisi-Palermo; e la Chiesa nella quale spessissimo si recava.

Interpreti e personaggi: Luca Zingaretti (Paolo Borsellino), Lorenza Indovina (Agnese Borsellino), Enrico Ianniello (Antonio Ingroia), Davide Giordano (Manfredi Borsellino), Rori Quattrocchi (Madre Borsellino), Andrea Tidona (Giammanco), Marilù Pipitone (Lucia Borsellino), Claudia Gaffuri (Fiammetta Borsellino), Bruno Torrisi (Vittorio Aliquò), Giuseppe De Rosa (Gianni De Gennaro), Peppe Pellegrino (Agostino Catalano), Giovanni Calcagno (Leonardo Messina), Manuela Mandracchia (Liliana Ferraro), Silvia Francese (Emanuela Loi), Giuseppe Santostefano (Maresciallo Canale), Ferruccio Ferrante (Guarnotta), Antonio Gerardi (Gaspare Mutolo), Francesco Casisa (Vincenzo Li Muli), Luigi Moretti (Funzionario Viminale), Antonio Giordano (Caponnetto).

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“Paolo Borsellino – I 57 giorni” Regia Alberto Negrin. Soggetto e sceneggiatura Francesco Scardamaglia. Aiuto regista Giovanni Paolucci. Casting Teresa Razzauti. Suono di presa diretta Paolo Lucaferri. Edizione Gianni Monciotti. Costumi Lia Francesca Morandini. Scenografia Francesco Cotone. Montaggio Antonio Siciliano. Fotografia Claudio Sabatini. Musiche Ennio Morricone. Edizioni Musicali Rai Trade. Organizzatore Generale Angelo Zemella. Produttore Esecutivo Marco Dionisi. Produttore RAI Carla Capotondi. Prodotto da Francesco e Federico Scardamaglia (A.P.T.) per Compagnia Leone Cinematografica.

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