mercoledì 1 aprile 2015

Le Iene Show, giovedì 2/4/2015 la nona puntata: gli ulivi infetti nel Salento, la facilità di licenziare, le commissioni del cambio, gli animali beni pignorabili

Le Iene Show - Ilary Blasi e Teo Mammucari
Le Iene Show - Ilary Blasi e Teo Mammucari

Giovedì 2 aprile 2015 alle 21.10, in diretta su Italia 1 va in onda Le Iene Show, con la nona puntata in prima serata presentata da Ilary Blasi, Teo Mammucari e con la Gialappa’s Band (Giorgio Gherarducci, Marco Santin e Carlo Taranto).

Tra i servizi della puntata:

Nadia Toffa si è recata nel Salento dove moltissime coltivazioni di ulivi sono state infettate da un batterio molto pericoloso originario della California, di cui in Europa in precedenza non si era riscontrata alcuna traccia. Il parassita si chiama “Xylella fastidiosa” e rischia di decimare migliaia di ulivi secolari. La UE ha chiesto misure drastiche di intervento che prevedono l’eradicazione degli alberi malati seguendo una precisa mappatura. Ma l’eradicazione, per la quale sono stati stanziati diversi milioni di euro, è davvero l’unica soluzione? La Iena lo chiede ad un gruppo di ricercatori e, in seguito, ad alcuni contadini del posto che hanno adottato delle cure naturali per provare a salvare gli ulivi.

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha presentato la riforma del lavoro approvata dal suo Governo: il Jobs Act. Tra le novità spicca l’abolizione dell’articolo 18 e, quindi, una maggiore facilità di licenziare i propri dipendenti. Secondo i sostenitori di questa riforma, poter licenziare più facilmente porterà gli imprenditori ad assumere più lavoratori e ridurre la precarietà.

La Iena Dino Giarrusso mostra nella sua inchiesta come spesso la libertà di licenziare possa influire sulla vita dei lavoratori. In Abruzzo, in provincia di Teramo, esiste un prosciuttificio, il più grande del centro Italia, dove fino a due anni fa lavoravano più di 80 persone. Oggi la società che gestiva il prosciuttificio ha cessato l’attività e molti fra i dipendenti hanno perso il loro posto di lavoro e sono in cassa integrazione o in mobilità.

Dopo un paio di mesi, però, a febbraio 2014, il prosciuttificio ha ricominciato a funzionare con una nuova società e con nuovi dipendenti. Se la fabbrica ha ripreso a fare prosciutti, perché la nuova proprietà non ha riassunto tutti i lavoratori uscenti? Nonostante la legge, salvo rare eccezioni, preveda proprio che i lavoratori uscenti, o parte di essi, vengano riassunti, sessanta persone circa sono rimaste a casa.

Ad alcuni dei lavoratori uscenti la nuova ditta ha proposto riassunzioni, anche se il trattamento contrattuale sembrerebbe diverso. Alcuni dipendenti dicono, infatti, di aver avuto una riduzione di stipendio, altri che gli scatti di anzianità sarebbero stati azzerati, cosa, tra l’altro, vietata esplicitamente dal codice civile. La Iena chiede spiegazioni al titolare della nuova proprietà e intervista gli ex dipendenti dell’azienda.

Alle Iene è arrivata la segnalazione di una ragazza che, in partenza per il Marocco, si è rivolta ad un’agenzia di cambio dell’aeroporto per cambiare i suoi euro in valuta locale. Durante il viaggio si è accorta, però, di averci rimesso moltissimi soldi: cambiando 316,30 euro, le sono stati dati 2.400 Dirham, la moneta del Marocco. Ma quella quantità, con il cambio ufficiale proprio di quel giorno, sarebbe equivalsa a 217,90 euro, ben 98,32 euro in meno. Oltre ad aver pagato una commissione fissa e commissioni variabili per un totale di 46,67 euro, i soldi le sono stati cambiati ad un valore molto basso. Questo capita spesso a molti turisti in vacanza senza che se ne rendano conto.

Dato che le banche, che sarebbero un’alternativa meno costosa, non tengono tutte le monete, ma solo quelle principali, come il dollaro o la sterlina, se servono altre valute, passare dagli sportelli di stazioni e aeroporti è spesso necessario. Ma se si vuole risparmiare, quando si arriva in una località estera, cosa si deve fare? Andrea Agresti prova a fare un esperimento: prima cambia i suoi euro in valute estere presso gli sportelli di cambio, in seguito effettua la stessa operazione presso i bancomat nella località straniere.

La legge italiana prevede che gli animali domestici come cani o gatti rientrino nell’elenco dei beni oggetto di pignoramento e possano essere messi all’asta. Giovanna Nina Palmieri racconta la storia di una donna proprietaria, insieme al suo ex marito, di un centro cinofilo che rischia che i suoi dodici cani le vengano portati via e che vengano messi all’asta. Questo perché proprio il suo ex marito ha chiesto che la società, intestata a entrambi, venga messa in liquidazione e i cani, alcuni d’allevamento, altri animali di compagnia, vengono considerati alla stregua degli altri beni materiali.

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