Il Capannino Tv si occupa da sempre di televisione e quindi parla ai suoi lettori di argomenti che possono definirsi leggeri. Ma in questi giorni non può rimanere indifferente alla richiesta d’aiuto che ci invia un nostro assiduo lettore che è anche un noto personaggio pubblico, oltre che un bravissimo attore.
Marcello Mazzarella in queste ore ci ha inviato una cartella stampa in cui denuncia un grave problema che si sta verificando a Palermo: la chiusura della Missione Speranza e Carità del capoluogo siciliano, creata da fratel Biagio Conte.
Marcello Mazzarella si sta impegnando in aiuto di Biagio Conte, della sua Missione e di tutte le persone che in questi 25 anni sono state aiutate da fratel Biagio che ha sacrificato la sua vita per dare assistenza e asilo agli ultimi.
Mettiamo volentieri a disposizione uno spazio in questo piccolo blog, sperando che si possa fare qualcosa per salvare la Missione e che, testate più importanti della nostra diano anche loro risalto a una importante notizia di cui in pochi, troppo pochi, parlano.
Pubblichiamo di seguito e integralmente le parole di Marcello Mazzarella e della sua richiesta d’aiuto per la Missione di fratel Biagio Conte affinché si possa continuare a dare una speranza a chi ne ha bisogno.
«Dopo 25 anni di lavoro ininterrotto Biagio Conte lascia la Missione, Speranza e Carità di Palermo, di cui fu creatore artefice e fondatore.
Ma dove sono le istituzioni, e perché le persone vengono lasciate da sole?
La notizia è di questi giorni, ha fatto il rumore di quando cade un albero e poi nulla, più nulla, ci stiamo dimenticando in un oblio senza speranza, di un uomo che per anni ha donato generosamente la sua stessa vita, mettendo a disposizione dei poveri tutto ciò che aveva, ha lasciato gli agi della sua famiglia per ritirarsi tra le montagne siciliane e trovare la propria fede in Dio realizzando se stesso attraverso la volontà divina di amare il prossimo, e per quel prossimo donare tutto di se.
La Missione Speranza e Carità di Palermo, in tutti questi anni ha assistito e dato asilo agli ultimi, ai più poveri, ai malati, ai senzatetto, a chi vive un’esistenza ai margini, nella Missione per anni Biagio Conte ha ridato dignità a chi l’aveva perduta, ridando senso ed umanità al comandamento “ama il prossimo tuo come te stesso”.
Tutto questo oggi non esiste più, da qualche giorno dopo mesi di sacrifici e richieste di aiuto rivolte alle istituzioni, non riuscendo più a sfamare i suoi fratelli poveri, e non riuscendo più a garantire cibo, medicine e alloggio, lasciato da solo a combattere, allo stremo delle forze, fratel Biagio si è ritirato sulle montagne a pregare e a cercare un senso a questo abbandono da parte delle istituzioni.
In questi giorni anch’io mi sto chiedendo, ripetutamente, il perché di tanta indifferenza.
Provo a cercare e darmi delle risposte , ma resto con tante domande....
Perché un uomo che per anni ha portato speranza e conforto, viene lasciato senza speranza e senza conforto, non può l’azione così alta e nobile di questo uomo finire nell’oblio e nella dimenticanza collettiva.
Mi ritrovo particolarmente vicino alla anima di Biagio Conte, ho finito da pochi mesi di girare il film “Fratel Biagio”, che uscirà nella prossima stagione per la regia di P. Scimeca, che racconta e ripercorre la vicenda umana di Biagio Conte e della sua Missione.
Per questo film, ho vissuto una vita semplice fatta di poco, ho vissuto tanto da solo, in una concentrazione e semi isolamento, quasi mistico, ho scritto e studiato la vita di Biagio Conte per fare mio il personaggio che ero chiamato ad interpretare, e per alcuni mesi, io Marcello Mazzarella sono stato fratel Biagio.
Ogni volta che lavoro su un personaggio, lo vivo davvero e fino in fondo sulla mia pelle, dai drammi alle gioie dell’esistere profondo di essi, ne studio i particolari fino a che non arrivino ad appartenermi.
Fratel Biagio non è solo un personaggio, ma è un amico, un uomo semplice che ha abbracciato la croce dell’umiltà per vivere in comunione con Dio e i suoi fratelli poveri, passando attraverso l’umiltà di farsi ultimo tra gli ultimi, cercando e trovando la fede nel sorriso di una bocca sfamata, nel sollievo di una ferita guarita, scaldando il cuore dei più soli, umili ed emarginati.
Mi metto dalla parte dei deboli, e do voce al un grido di dolore di chi ora è rimasto da solo, abbandonato, orfano di un padre che stremato e senza forze, non può più aiutare i suoi figli.
Chiedo alle istituzioni di sostenere fattivamente, e non più solo a parole, di trovare quell’anima necessaria per aiutare quest’uomo, affinché tutti questi anni di sacrifici non siano stati vani e non muoia il progetto della Missione di Fratel Biagio Conte, che ci possa essere ancora Speranza e Carita per tutti.»
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