A partire da giovedì 5 aprile 2012 alle 21.10 su Rai 1 prende il via l’attesissima nuova fiction “Nero Wolfe”, per celebrare uno dei più eccentrici investigatori inventato dalla penna dello scrittore statunitense Rex Stout, 33 romanzi e 39 romanzi brevi che hanno fatto il loro debutto nel 1934 e sono stati scritti nell’arco di oltre 30 anni.
Questa nuova serie in otto episodi prodotta da Rai Fiction e realizzata da Luca Barbareschi per Casanova Multimedia e diretta da Riccardo Donna, vede tra i protagonisti Francesco Pannofino nella parte di Nero Wolfe, Pietro Sermonti nei panni di Archie Goodwin, Andy Luotto in quelli di Nanni Laghi, Giulia Bevilacqua nelle vesti della giornalista Rosa Petrini, Marcello Mazzarella impersona il Commissario Graziani, Michele La Ginestra è Spartaco Lanzetta e Davide Paganini il Maresciallo.
Nero Wolfe è un genio si ma capriccioso, misantropo, misogino, egocentrico, fobico, maniacale, capace di risolvere i misteri più intricati senza quasi uscire mai di casa. Non esce perché il movimento, di sé stesso, degli altri, degli oggetti meccanici, è una tra le tante cose che detesta.
Al posto suo si muove il suo assistente Archie Goodwin. Lui va, vede, ascolta, alcune volte usa le mani e spara, poi torna e riferisce tutto. Wolfe lo ascolta attentamente, sprofonda nella sua poltrona, socchiude gli occhi e inizia mettere ordine agli eventi, elimina quello che non è essenziale e, isolando l’elemento che porterà alla soluzione del mistero, farà arrestare il colpevole.
Wolfe non stringe mai le mani, non si alza davanti alle signore, anzi, non fa mai nulla per mascherare il profondo fastidio che prova per l’umanità intera, specialmente per quella femminile, vista la sua profonda misoginia.
Non fa nulla per non apparire antipatico anzi, questa è solo una delle astute strategie messe in atto per evitare che i problemi del mondo riescano a rovinare quella sua tagliente capacità di analisi. Un’altra delle sue strategie è quella di imporre a tutti le sue inderogabili abitudini: coltivare le orchidee nella serra sul tetto di casa dalle 9 alle 11 e dalle 16 alle 18, ogni giorno; pranzare alle 13 e cenare alle 20 spaccate; evitare ogni riferimento al lavoro durante i pasti. Il suo essere grasso è un’ulteriore linea di difesa, la più ravvicinata, il guscio delle mura domestiche quella più esterna.
Oltre ad Archie Goodwin tra le mura di casa vive anche il cuoco e maggiordomo Nanni Laghi, a sua volta con un caratterino per niente facile. Per esempio provate a chiamarlo cuoco e vedrete suscitare in lui una reazione molto infastidita: chef, non cuoco!
Con un così insolito Ménage à trois è facile intuire come si possano creare scintille, divertenti scintille da commedia che illuminano le oscurità dell’animo umano esplorate da Wolfe nel corso delle sue indagini, durante le quali non mancherà di rivelare uno degli aspetti di sé stesso più nascosti e inattesi: la grande umanità.
Nero Wolfe è un bravissimo investigatore privato chiamato dalla polizia quando le indagini sono ormai arrivate ad arenarsi, la risposta estrema che riesce a trovare la soluzione quando gli altri hanno fallito. O più semplicemente viene chiamato ad indagare in ambiti che solo un occhio privato è in grado di esplorare: crudeli intrighi orditi per bramosia di denaro, rivalità familiari celate sotto le più tranquille apparenze, amori che si trasformano in odio omicida, vendette covate e preparate per anni, patti criminali stabiliti sulla base di passioni inconfessabili.
Wolfe non è vincolato da nessun regolamento e procedure e questo gli fa avere una libertà d’azione che a nessun poliziotto è concessa. Apparentemente alcune volte viola le regole e questo lo mette spesso in aperto conflitto con il ruvido commissario Graziani della Squadra Omicidi, ma sempre e solo per un superiore senso di giustizia che lo spinge.
Il lavoro di un poliziotto privato viene pagato dalle arcelle dei suoi clienti e quelle di Wolfe sono assolutamente astronomiche ma, nessuna cifra può impedirgli di arrivare alla verità, anche se questo dovesse significare andare contro il proprio cliente o le autorità costituite. E proprio per questo, dopo avere interferito con le trame dell’F.B.I., Wolfe è stato costretto a fuggire dalla sua New York e trasferirsi in Italia, Paese che già conosce molto bene per averci passato il periodo della guerra.
Ed è proprio dal suo arrivo a Roma, con la ricerca di una nuova casa che abbia le stesse caratteristiche di quella abbandonata in America, che iniziano le indagini del più grande investigatore del mondo…
Ma le grandissime capacità intuitive e la grande intelligenza di Wolfe non potrebbero mai funzionare se non ci fosse il suo fidato assistente tuttofare Archie Goodwin che, in prima persona gli fornisce la materia prima per le indagini, ossia l’insieme di osservazioni, testimonianze, indizi raccolti sul campo e puntualmente riferiti.
Archie è molto in gamba, braccia, occhi e orecchie, ma non è un semplice esecutore, spesso azzeccate sono le iniziative che prende in completa autonomia, dalle quali ricava spesso uno striminzito apprezzamento che il suo principale dedica alle cose riuscite, siano queste ricette di cucina o indagini: “Soddisfacente, Archie”.
Dove invece Wolfe non lesina è nella disapprovazione: “Archie, siete licenziato!”, più che una minaccia è un continuo refrain a cui fa eco l’opposto ritornello di Archie: “Wolfe, un giorno ne avrò abbastanza dei vostri capricci e allora sarò io che mi licenzio!”.
Ma i continui e in fondo affettuosi battibecchi tra Wolfe e Archie non sono i soli a movimentare la vita familiare, infatti altrettanto frizzanti sono quelli tra Wolfe e Nanni Laghi, chef di ineguagliata bravura. Nanni è buono come uno dei suoi tanti manicaretti ma, la cosa che più di ogni altra lo fa imbestialire, a parte l’essere definito cuoco, è che qualcuno ficchi il naso nelle sue pentole mentre cucina. Cosa che ovviamente Wolfe fa abitualmente.
Wolfe non è solo curioso ma un raffinatissimo e golosissimo gourmet che pretende di sindacare sull’uso di un aroma o sulle dosi di un ingrediente; cosa che per Nanni è un affronto personale. E allora polemizza, fa l’offeso e tiene il broncio…
Tre uomini sotto lo stesso tetto che in fondo formano la famiglia di Wolfe e il fatto di essere molto spesso sull’orlo di una crisi di nervi e che litighino continuamente senza smettere mai di volersi bene, fa assomigliare questa strana famiglia a una famiglia come tutte le altre.
E le donne? Quelle donne che Wolfe definisce con sussiegoso distacco “bellezze muliebri”, per Archie sono una irresistibile attrazione. È un donnaiolo Archie e molte sono le donne affascinanti che incontra durante le indagini e spesso sono proprio loro a tentare la carta della seduzione, magari per sviare i sospetti o farli ricadere su una rivale. Ma Archie in questi casi, anche se con fatica, intuisce il pericolo e mantiene la sua linea di sicurezza. Linea di sicurezza che invece non si decide a varcare con la giovane e bella giornalista di cronaca Rosa Petrini.
Rosa ha tutto quello che può piacere ad Archie: è bella, intelligente, spiritosa, intraprendente, libera. Lo attira a tal punto che se ne potrebbe innamorare, ma proprio per questo tenta di tenerla sempre a debita distanza, distanza che Rosa è tentata di varcare e che varcherebbe subito se ricevesse da parte di Archie un segnale ben preciso, che però non arriva, o che viene a corrente alternata, un po’ si e un po’ no. E allora Rosa a sua volta esita… chi sarà tra i due a fare la prima mossa?
Rosa e Archi si trovano ad essere attratti dall’amore e allo stesso tempo respinti dalle paure che l’amore suscita, fronteggiandosi come due combattenti ma nessuno dei due vuole apertamente attaccare o fuggire, infliggendosi solo punzecchiature d’assaggio, ritirate che chiamano l’inseguimento, zuffe verbali utili per sfuggire accuratamente al centro del problema: Tu mi ami?. Tra la mancanza della domanda e dunque della risposta, continua l’amorosa lotta. Ma questo è solo l’inizio.
Rex Stout ha scritto i suoi gialli nel corso di oltre 30 anni e il mondo e gli Stati Uniti in questo arco di tempo sono profondamente cambiati, ma la messa in scena della serie non poteva seguire, per ovvie ragioni, tale cambiamento. I romanzi si svolgono in un “altrove” lontano dai contorni lontani dalla realtà ma appartenenti alle convenzioni del genere, un mondo fatto di automobili dalle finiture cromate e case lussuose, di donne fatali e uomini che portano il cappello sempre in testa, di cameriere con la crestina e reputazioni da difendere ad ogni costo che volutamente è stato riproposto nella nuova serie ambientata alla fine degli anni ’50.
Una scelta, quella del racconto d’epoca, nata dal desiderio di ricreare quelle atmosfere che oggi hanno il fascino vintage di un periodo storico al quale il pubblico è affezionato. Anni che videro sbocciare il boom economico, con personaggi coloriti e a volte ingenui, con la nascita della televisione, dello sviluppo industriale, della creatività nel design e nella moda, gli anni delle prime emigrazioni dal sud e della nascita delle periferie, l’invenzione delle prime réclame e l’esplosione della musica leggera.
Ma, soprattutto, sono gli anni in cui si credeva ancora che il male negli uomini e nella società fosse un’eccezione, una malattia da confinare ed estirpare, anni nei quali la genialità, l’intuizione, ma soprattutto la simpatia di quel burbero protagonista, domina la scena risolvendo, tra un piatto succulento e una raffinata orchidea, i più insoliti e misteriosi delitti…
A seguire la trama di tutti gli otto episodi che compongono questa prima sorprendente stagione di “Nero Wolfe”.
Primo episodio: La traccia del serpente
Appena sbarcato a Roma col fido assistente Archie Goodwin, il famoso investigatore americano Nero Wolfe viene contattato dalla sua prima cliente: una donna chiede di rintracciare un pensionante dell’albergo in cui lavora, sparito da giorni.
Mentre Wolfe sembra occuparsi più del trasloco delle sue preziose orchidee e dell’assunzione di un cuoco, Nanni Laghi, Archie trova due indizi: un giornale con titolo ritagliato e un meccanismo a molla bastano a Wolfe per capire che l’uomo sparito è coinvolto nell’omicidio del professor Colombo, che si pensava morto di infarto. Con la collaborazione del factotum Spartaco Lanzetta e della giornalista Rosa Petrini, che pubblica la notizia sul giornale, Wolfe fa pressioni sulla Polizia, alla fine costretta a riaprire le indagini. Come anticipato da Wolfe, Colombo è stato ucciso con un ago nascosto in una mazza da golf e imbevuto del veleno di un rarissimo serpente tropicale. Nel frattempo anche il pensionante, che aveva costruito su commissione la mazza killer, viene ritrovato cadavere.
I sospetti si concentrano sulla moglie di Colombo, che da poco gli aveva regalato il set di mazze tra cui si presume trovarsi l’“arma del delitto”. Ma il quadro cambia radicalmente quando Wolfe capisce che il bastone era di proprietà del compagno di partite del professore, un ricco commendatore.
Intanto il serpente è molto più vicino a Wolfe di quanto lui non sospetti…
Secondo episodio: Champagne per uno
Reclutato come accompagnatore a un ricevimento per ragazze-madri, Archie Goodwin assiste inerme alla morte di una delle due giovani che scorta, Lucia, avvelenata con l’arsenico. La Polizia è sicura si tratti di suicidio, ma Archie è convinto del contrario, ed inizialmente Nero Wolfe sospetta dell’ex-fidanzato della vittima, che era stata abbandonata alla notizia della gravidanza e in seguito aveva perso la bambina.
Le indagini si concentrano sulla famiglia che ospitava il ricevimento e che sostiene la Fondazione per ragazze madri: si scopre che la padrona di casa, Luisa Grandi, in realtà odia la Fondazione creata dal facoltoso marito, e Wolfe capisce che non è un caso che Archie sia stato coinvolto nella serata. Soprattutto, avvalendosi di Lanzetta e Rosa Petrini, Wolfe apprende che Lucia era in cattivi rapporti con la madre, il cui strano passato la rende sospettabile: impiegata alla fabbrica Grandi, dopo pochi mesi aveva lasciato il lavoro per dedicarsi a una vita nel lusso…
Terzo episodio: Il patto dei sei
Un ragioniere e il suo principale contattano Nero Wolfe: il primo accusa la fascinosa Lara Fox del furto degli stipendi di una troupe di Carosello; il secondo difende l’attrice perché la ama. Non solo Lara è scagionata da Wolfe, ma si propone come cliente: suo padre e altri quattro durante la guerra stipularono il “Patto dei Sei” con un lord inglese, Clivers, per aiutarlo a fuggire da un carcere. A lui la libertà, a loro un lauto compenso. L’uomo non onorò mai il debito: compito di Wolfe è aiutare i superstiti e i loro eredi a riscuotere la somma finché Clivers è a Roma.
Quando l’altro membro dei Sei, che si trova in città per parlare con Wolfe, viene ucciso con un colpo di pistola, Wolfe sospetta che Clivers c’entri qualcosa. Graziani, intanto, ha ritrovato gli stipendi della troupe nell’auto di Lara e intende arrestarla, ma Wolfe nasconde l’attrice in casa e così la salva. Poi con l’aiuto di Archie Goodwin organizza un serrato confronto col lord, che a sorpresa afferma di aver già pagato il debito anni prima con un altro membro dei Sei, Meduni. Il quale, però, è scomparso da tempo.
La versione di Clivers è credibile, a maggior ragione quando Archie spiega a Wolfe che l’ultimo superstite dei Sei, una guardia giurata di nome Sgroi, si è mostrato stranamente disinteressato al recupero dei soldi
Quarto episodio: La principessa Orchidea
Yu Lan, giovanissima venditrice ambulante di cravatte, descrive a Nero Wolfe una donna rapita a bordo di un auto: aveva una spilla con le lettere C ed S e una fede. Senza prenderla troppo sul serio l’investigatore invita Archie Goodwin ad approfondire, ma prima che l’assistente possa farlo Yu è investita dalla stessa vettura del sequestro e finisce in coma.
Wolfe si sente così in colpa da chiedere un articolo sul caso a Rosa Petrini. L’effetto immediato è che la Ristori, a capo della Compagnia del Soccorso, si presenta da lui per sapere chi ha fatto riferimento alla loro spilla. La donna spiega di non essere la rapita (ha la spilla, ma anche una doppia fede) e anzi chiede aiuto: teme che l’associazione sia usata per scopi loschi…
Archie pedina la donna, ma scopre solo che alla Compagnia lavorano ex-collaboratori del defunto marito: i loschi Previati e Canale e la bella signora Bianchi, che sono tra i primi sospettati da Wolfe quando viene rinvenuto il cadavere della Ristori. Ad investirla, la solita auto. Dentro al veicolo Archie recupera la ricevuta di una scommessa ad un allibratore cinese, che risulta essere stata giocata da un impiegato comunale irreperibile, Corbi.
Quando Graziani gli rivela che un lembo della giacca dell’uomo era sull’auto “omicida”, Wolfe capisce che chi ha investito la piccola Yu e ucciso gli altri, è all’interno dell’associazione…
Quinto episodio: Scacco al re
A nulla vale il pronto intervento del dr. Malaspina, che gli somministra un antidoto: il genio degli scacchi, Valerian, muore avvelenato nel mezzo di un’esibizione con cui si sarebbe pagato il trasferimento in America con la fidanzata Rossana Ferri.
La Polizia inchioda il padre della ragazza, l’imprenditore Matteo Ferri, reo di aver passato al giovane la bevanda tossica, ma è proprio la figlia a ingaggiare Nero Wolfe, convinta della sua innocenza. A sfavore di Ferri, che in pubblico aveva mostrato di non gradire per nulla la relazione di Valerian con la figlia, c’è il movente e la dinamica dell’omicidio; ma la moglie Esther e l’avvocato Guastalla si dicono in possesso di un particolare che scagionerà l’accusato.
Wolfe prende spunto dall’indagine di Graziani per capire che Ferri è stato incastrato: tra i presenti all’esibizione pochi conoscevano Valerian, mentre tutti erano in rapporti con l’imprenditore. Sospetta di Guastalla, che Rossana accusa di avere una storia con la madre. Ma quando Archie si reca a casa dell’avvocato per cercare tracce del veleno trova solo il suo cadavere.
Matteo, allora, svela ad Archie il particolare che lo scagiona: può dimostrare che nella bevanda di Valerian aveva messo solo sonnifero. Wolfe capisce subito chi è il colpevole, che però va stanato…
Sesto episodio: Parassiti
Il faccendiere Otto Bertola ingaggia Nero Wolfe per dimostrare che la donna che ha circuito e sposato il fragile figlio Lapo, la seducente Susanna, danneggiava i suoi affari insieme a Seta, segretario appena licenziato. Per indagare, Archie Goodwin si trasferisce nella villa di Otto sotto copertura, come nuovo assistente. Così conosce quelli che Bertola definisce “parassiti”: Lapo e Susanna, che sembrano amarsi davvero; la seconda moglie Trina, dedita all’alcol e agli uomini; il fratello di lei, Ruggero, mantenuto con la passione per il gioco. E poi Zanna, laido “amico di famiglia” che stuzzica Otto, vantandosi di avergli soffiato un appalto.
La morte dell’amico-rivale, ucciso con un colpo di pistola, getta ombre sul faccendiere, che possedeva una Beretta da poco tempo trafugata. Ma anche altri componenti della famiglia sono ugualmente sospettabili: Trina era stata usata da Zanna come oggetto sessuale di una notte e lo stesso Ruggero aveva problemi di soldi che l’uomo avrebbe potuto prestargli.
Quando anche Seta, l’ex segretario, è ritrovato senza vita, ucciso dalla stessa arma del primo delitto, Wolfe ha ulteriori indizi contro Otto, ma non è per nulla convinto che sia lui il colpevole…
Settimo episodio: La scatola rossa
In un atelier di moda un’indossatrice mangia un candito contenuto in una scatola rossa e muore avvelenata. Nero Wolfe e Archie sono chiamati in causa da Enrico Frost, cugino di una delle modelle indagate per omicidio (Elena).
Wolfe, in breve, capisce che la principale indiziata è proprio Elena che ha regalato al sarto Lello De Angelis la scatola di canditi, ma non ne ha presi.
Mentre la famiglia di Elena si dimostra molto ostile a Wolfe, la ragazza svela che in un mese (al raggiungimento della maggiore età) erediterà una fortuna… Gli racconta inoltre di essere molto legata a De Angelis: la sua famiglia lo conosce dai tempi della guerra e si sono poi persi di vista per anni, per poi ritrovarsi a Roma.
Il giorno dopo è lo stesso De Angelis a recarsi da Wolfe: pensa di essere in pericolo, fa in tempo a dirgli di aver nascosto in una scatola rossa i documenti che attestano una sua grave colpa del passato e subito dopo muore, ucciso da un’aspirina avvelenata. Elena non sa nulla della scatola, ricorda solo che De Angelis si trasferì in Svizzera dopo che moglie e figlia morirono durante un bombardamento alleato.
Quando la madre e lo zio di Elena vengono interrogati riguardo la scatola appaiono molto nervosi e lo stesso Challet, sedicente fidanzato di Elena, si dimostra a dir poco aggressivo. Mentre Archie scopre che Challet ricatta la madre di Elena dal 1943, l’uomo viene ucciso con del veleno. Wolfe allora ha la certezza che la catena di omicidi abbia a che fare col tragico bombardamento ed escogita uno stratagemma per trovare la scatola rossa…
Ottavo episodio: Coppia di spade
Mentre è a lezione con due allievi - il russo Ludlow e l’americano Faber - nel prestigioso circolo sportivo in cui è istruttrice di scherma, Neya Tormic è accusata dalla signora Falchi del furto di un gioiello. La cugina e collega Carla chiede aiuto a Nero Wolfe: Neya non è altri che la figlia dell’unica donna che l’investigatore ha amato. Nonostante abbia notato che Carla si sia recata da lui anche per nascondere un microfilm, Wolfe è attonito e quasi commosso; per questo invia Archie Goodwin al circolo per indagare.
Quando Ludlow viene ucciso con una spada a cui è stato applicato un puntale letale e il puntale viene messo di proposito nell’accappatoio di Neya per accusarla dell’omicidio, appare chiaro che la faccenda è molto più complicata di un semplice furto di gioielli.
Mentre Graziani e la Polizia vengono sollevati dall’indagine con l’intervento dei servizi segreti, un ulteriore omicidio, quello della signora Falchi, conferma a Wolfe che le due ragazze si trovano al centro di un intrigo spionistico. Se da un lato l’investigatore non può evitare di sospettare di omicidio anche la figlia, dall’altro è convinto piuttosto che la ragazza e la cugina si trovino in grave pericolo…
Interpreti e personaggi: Francesco Pannofino (Nero Wolfe), Pietro Sermonti (Archie Goodwin), Andy Luotto (Nanni Laghi), Giulia Bevilacqua (Rosa Petrini), Marcello Mazzarella (Commissario Graziani), Michele La Ginestra (Spartaco Lanzetta), Davide Paganini (Maresciallo).
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“Nero Wolfe” Prodotto da Luca Barbareschi. Produttore creativo Saverio D’Ercole. Produttore esecutivo Claudio Gaeta. Produttore Rai Lorenza Bizzarri. Regia Riccardo Donna. Aiuto regista planner Enrico Protti. Aiuto regista Vincenzo Rosa. Direttore di produzione Lorenzo Luccarini. Head writer Piero Bodrato. Sceneggiatura Grazia Giardiello, Roberto Jannone, Alessandro Sermoneta, Chiara Laudani. Fotografia Alessio Gelsini Torresi. Scenografia Leonardo Conte, Alessandra Panconi. Fonico di presa diretta Marco Di Biase. Costumi Paola Bonucci. Casting Loredana Scaramella, Stefano Oddi. Montaggio Emanuele Foglietti. Musiche La Femme Piège. Organizzatore generale Giacomo Centola. Promozione stampa Antonio Naselli.
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