Domenica 21 settembre alle 21.05 su Rai 3, andrà in onda la terza puntata di Presadiretta condotta da Riccardo Iacona dal titolo “Trasporto pubblico”, entrando nel vivo della crisi industriale italiana con un’inchiesta sul trasporto pubblico e sul suo valore strategico per la crescita economica del Paese.
Una puntata in cui si mettono a confronto due sistemi di trasporto pubblico e le scelte politiche che li hanno prodotti, quello italiano e quello francese. Gli inviati di Presadiretta hanno attraversato l’Italia da nord a sud, salendo sugli autobus, i tram, la metro e i treni locali, come milioni di cittadini fanno ogni giorno, per rendersi conto dello stato dei trasporti pubblici. Il quadro che ne è uscito è desolante. Il 70% degli autobus in circolazione andrebbe sostituito, perché inferiore allo standard richiesto dalle norme europee. Un autobus su due ha più di dieci anni di vita.
A Napoli ogni mattina la metà degli mezzi non esce dai depositi perché guasto o in attesa di manutenzione. E al nord non va meglio. A Genova e a Bologna i problemi sono gli stessi.
A Roma, nella capitale, il trasporto pubblico urbano è al collasso. Intere aree della città, densamente popolate, sono servite a singhiozzo o non lo sono affatto.
Intanto l’ATAC, l’azienda dei trasporti del Comune di Roma, è travolta da scandali, inefficienza, inchieste giudiziarie e negli ultimi dieci anni ha accumulato un miliardo e 600 mila euro di debiti.
Si calcola che ci vorrebbero 3.500 nuovi mezzi all’anno per i prossimi dieci anni per riavvicinarci alla media europea. Dal 2005 ad oggi non sono mai state nominate le Commissioni che dovevano vigilare sulle convenzioni che obbligano i costruttori privati a realizzare non solo le case ma anche strade e servizi. Lo dichiara a Presadiretta l’Assessore alla trasformazione urbana Giovanni Caudo, e racconta che i primi commissari sono freschi di nomina:
«Li stiamo nominando proprio adesso. Siamo arrivati noi e li stiamo nominando. Gli altri non lo hanno fatto».Le convenzioni tra costruttori e Comune di Roma sono tantissime e finora la Giunta di Marino ne ha messe sotto controllo una ventina, ma, aggiunge Caudo:
«Ne restano circa 180, 170, che vanno tutte, una per una, seguite, monitorate, perché è lì che passa gran parte della vivibilità di un quartiere, non dal disegno urbanistico, ma dal rispetto della Convenzione. Ci sono persone che hanno comprato casa, la nostra responsabilità come amministratori è dare una risposta a quelle persone, alla loro esigenza di spostarsi, di ricevere dei servizi».Allora perché l’Italia non investe nel trasporto pubblico? Perché la Fiat ha deciso di chiudere la fabbrica di autobus IrisBus di Avellino, mentre ha incrementato la produzione in Francia e nella Repubblica Ceca?
Presadiretta è andata in Francia per raccontare quello che la politica francese ha capito da tempo: investire nella mobilità significa investire sul futuro del Paese. Significa creare sviluppo e produrre ricchezza.
Da Parigi alle città del nord, come Nantes e Rennes, il modello integrato dei trasporti pubblici francesi ridisegna il profilo della vita urbana, migliora la qualità della vita e attrae investimenti.
Ospite in studio di Riccardo Iacona, Carlo Bonini, inviato di “Repubblica”, per raccontare in diretta le inchieste sugli scandali e le tangenti che ruotano attorno al trasporto pubblico della capitale.
“Trasporto pubblico” è un racconto di Riccardo Iacona, con Alessandro Macina, Lisa Iotti, Rebecca Samonà.
Nessun commento:
Posta un commento