La Grande Storia |
Qualcuno l’ha chiamata “La banalità del male”, qualcun altro ha definito i tedeschi “I volenterosi carnefici di Hitler”, fatto sta che, vedendo le straordinarie immagini a colori di una vita che trascorreva tranquilla in Germania alla vigilia della guerra, si ha un attimo di spaesamento.
Sono delle vere e proprie “Cartoline dal nazismo”, quelle mostrate da Rosanna Lo Santo nella prima parte della puntata. E assomigliano ancora a semplici cartoline anche le immagini nei primi anni di guerra: una guerra di retrovie, poco cruenta, “normale”, in cui l’orrore dei campi di sterminio sembra lontano, quasi impossibile.
E allora, con l’aiuto dei puntuali interventi di Paolo Mieli, si cercherà di capire come è stato possibile che la colta, civile, tecnologicamente avanzata Germania abbia potuto realizzare il più terribile crimine dell’umanità: la Shoah.
Cercheremo di dare una risposta con il secondo documentario: “Anatomia di uno sterminio” di Nicola Bertini.
Lo faremo partendo dalle sconvolgenti immagini della liberazione di Auschwitz, girate dai cineoperatori dell’Armata rossa nel gennaio del 1945.
Tenteremo di capire quali idee, persone, medici, funzionari, organizzatori ed esecutori contribuirono a tutto ciò.
Quindi racconteremo la scienza, o sarebbe meglio dire pseudoscienza, rappresentata dallo spietato medico di Auschwitz Joseph Mengele, i suoi folli esperimenti, la sua “ossessione” per i gemelli.
La propaganda, raccontata attraverso la sinistra figura di Julius Streicher, propugnatore delle più volgari tesi antisemite, attraverso la sua rivista violentemente antisemita “Der Stürmer”.
L’organizzazione di Adolf Eichmann, instancabile e pignolo burocrate che fece in modo che la macchina dello sterminio non si inceppasse mai.
E infine chi materialmente eseguiva quelle stragi: le famigerate “SS”, le “Schutz-Staffeln TotenKopf”.
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