Le Iene Show - Ilary Blasi e Teo Mammucari |
Giovedì 19 marzo 2015 alle 21.10 torna in diretta su Italia 1 Le Iene Show, con la settima puntata in prima serata presentata da Ilary Blasi, Teo Mammucari e con la Gialappa’s Band (Giorgio Gherarducci, Marco Santin e Carlo Taranto).
Tra i servizi della puntata:
Nadia Toffa si è recata nel Kurdistan iracheno per incontrare alcune donne che sono riuscite a liberarsi dalla prigionia dei guerriglieri dell’Isis. Sono moltissime, infatti, le donne rapite, stuprate, schiavizzate o vendute dai guerriglieri dell’Isis che stanno mettendo in atto una vera e propria tratta delle schiave. La Iena si reca, quindi, sulla linea del fronte dove si trovano i combattenti peshmerga e, in seguito, intervista un ragazzino che è riuscito a scappare da uno dei campi di addestramento per bambini dell’Isis,
In un servizio di qualche settimana fa Matteo Viviani ha intervistato tre persone affette da gravissime malattie, che un giorno vorrebbero poter essere libere di porre fine alle loro sofferenze tramite l’eutanasia. In Italia, però, non è possibile esaudire il loro desidero perché, nonostante la parola eutanasia non sia menzionata nel nostro ordinamento, esiste una normativa molto più severa rispetto ad altri paesi in Europa.
Chi mettesse in pratica l’eutanasia, infatti, verrebbe accusato di omicidio e rischierebbe fino a 15 anni di galera.
Matteo Viviani incontra Mario Melazzini, un medico malato di SLA da quando aveva 43 anni che, a differenza delle persone intervistate nel precedente servizio, si mostra assolutamente contrario all’eutanasia e spiega le sue motivazioni.
La Iena incontra, in seguito, il Dott. Mario Riccio, colui che staccò la spina al politico, giornalista, poeta e pittore italiano, nonché copresidente dell’Associazione Luca Coscioni, Piergiorgio Welby, affetto da distrofia muscolare. Il Dott. Riccio mette in evidenza alcuni aspetti più tecnici legati all’’eutanasia, come la differenza esistente tra desistenza terapeutica, sedazione terminale ed eutanasia.
Sono passati 20 anni dal giorno in cui la giornalista Ilaria Alpi e il suo operatore Miran Hrovatin sono stati uccisi in Somalia durante un agguato a Mogadiscio. Per la loro morte Hashi Omar Hassan è rinchiuso da 16 anni in un carcere italiano, nonostante il somalo si sia sempre proclamato innocente.
Hashi è stato arrestato perché un testimone, Ahmed Ali Rage, soprannominato Jelle, lo accusa di aver fatto parte del commando omicida. Jelle indicò il giovane Hashi Omar Hassan al PM durante un interrogatorio, ma poi non si presentò a deporre al processo e fuggì all’estero. Il supertestimone ha poi ritrattato e ha dichiarato di aver mentito.
La Iena Giulio Golia ripercorre la vicenda, mettendo in evidenza le numerose contraddizioni e facendo ascoltare la registrazione di una telefonata del 2002 tra Jelle e un giornalista della BBC di Londra, in cui il supertestimone dice di essere stato pagato per dire che Hashi facesse parte del commando omicida.
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