venerdì 17 gennaio 2014

Che tempo che fa di sabato 18 gennaio con Ornella Vanoni, Luigi Di Maio, Flavio Caroli

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Sabato 18 gennaio 2014 alle 20.10 su Rai 3 torna l’appuntamento con Che tempo che fa, il programma condotto da Fabio Fazio, con l’originale commento delle notizie ‘indimenticabili e imperdibili’ della settimana a cura di Massimo Gramellini a completare la puntata.

Dalla fine del mese di febbraio Ornella Vanoni tornerà live con la tournée teatrale “Un filo di trucco, un filo di tacco”, il nuovo spettacolo (scritto con Federica De Rosa) con cui viaggerà nel tempo ripercorrendo il suo mito e che sarà l’ultimo tour della sua carriera.

Fondendo musica e teatro, Ornella Vanoni racconterà, con la sua solita sincera ironia, tutto ciò che ha vissuto in sessant’anni di musica e spettacolo, la sua visione dei sentimenti e dell’amore e l’arte della seduzione.

Accompagnata da una band, Ornella Vanoni interpreterà suoi grandi classici e cover, tra cui “Basta Poco” e l’indimenticabile successo “Domani è un altro giorno”, brani tratti da “Meticci (Io mi fermo qui)”, album con cui ha annunciato l’addio alla discografia, pubblicato il 10 settembre 2013 e in cui sono contenute 13 tracce. L’album vanta grandi collaborazioni: Franco Battiato, il rapper senegalese Badara Seck, Nada, Roberto Pacco, Gabriele Semeraro, il giovane cantautore siciliano Lorenzo Vizzini.

Dopo avere studiato dalle Orsoline, Ornella Vanoni frequenta diversi collegi in giro per l’Europa:

«Sono stata una ragazza inventata. Inventata dagli altri. Di mio avrei voluto fare l’estetista, niente di più. Avevo l’acne e avrei voluto curare la pelle, la mia e quella degli altri. Ero andata a studiare Lingue in Inghilterra, Svizzera e in Francia, e quando tornai a Milano non sapevo cosa fare. Fu un’amica di mia madre a lanciare l’idea: “Hai una bella voce, perché non provi a fare l’attrice?”»

Da un’intervista di Silvana Mazzocchi, ripresa da “Il catalogo dei viventi 2009”, Marsilio.

E così, nel 1953, imbocca una strada completamente diversa: si iscrive all’Accademia di Arte drammatica del Piccolo Teatro di Milano, quasi per gioco, allora diretta da Giorgio Strehler. Il maestro, che diventa presto suo compagno, nota le sue capacità vocali e decide di farla anche cantare: dal 1954 a oggi Ornella Vanoni realizzerà una discografia sterminata.

«Sono una cantante di un’estrazione così particolare per gli italiani; lo sono stata per anni; non mi accettavano: questa voce così brutta! Io non ho una bella voce, ho una voce particolare. E mi sono proprio spezzata per arrivare a fare qualcosa. […] Come cantante francese avrei avuto una carriera folgorante, non mi sarei fermata alla Francia, sarei andata veramente oltre. Noi in fondo parliamo e cantiamo una lingua morta, non c’è nessun altro che parla italiano. Io poi alle mie spalle avevo anche una preparazione teatrale, qualcosa che da noi non c’è quasi mai, e quindi stando qui è stato difficile accettare una cantante che si muoveva in una certa maniera; sono stata persino accusata di concedere poco mentre cantavo, perché stavo ferma e invece, secondo me, in una canzone basta “quel” gesto.»

Da Catalogo dei viventi, Marsilio 2009.

L’on. Luigi Di Maio, uno dei più giovani tra i deputati eletti nel febbraio scorso, milita dal 2007 nel  Movimento 5 Stelle e dal 21 marzo 2013 è Vice-Presidente della Camera dei deputati.

Flavio Caroli, questo sabato non terrà una delle sue affascinanti conversazioni sulla storia dell’arte e della pittura, ma, in veste di romanziere, presenterà “Voyeur”, in libreria dal 14 gennaio.

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