Lunedì 11 e martedì 12 marzo 2013 alle 21.10 Rai 1 trasmetterà la miniserie in due puntate “Trilussa. Storia d’amore e di poesia”, con protagonista Michele Placido che torna sulla rete ammiraglia Rai, impersonando il poeta simbolo della romanità e di un’epoca.
Michele Placido, tra i più apprezzati attori del panorama cinematografico e televisivo italiano, avrà il non semplice compito di raccontare un uomo dall’anima complessa, dalla personalità dissacrante, un cantore di una filosofia di vita amara, ma capace con le sue poesie di conquistare il cuore della gente.
Ad affiancare Placido nel racconto troveremo una straordinaria Monica Guerritore nel ruolo dell’inseparabile governante del poeta, Rosa.
La miniserie è stata prodotta dalla Titanus in collaborazione con Rai Fiction e ha ricevuto il sostegno della regione Lazio per la sua realizzazione; racconterà la storia degli ultimi anni di vita di Alberto Salustri, in arte Trilussa, liberamente ispirata alla biografia del poeta.
Le riprese del film sono state affidate a un regista del calibro di Lodovico Gasparini, le musiche sono state affidate a un altro nome storico del cinema come Stelvio Cipriani.
Le due puntate di cui si compone la fiction sono state interamente girate a Roma, tra gli incantevoli vicoli del centro, le piazze e i quartieri storici della capitale come la Galleria Sciarra a Trastevere, l’Arco de’ Cenci a Piazza Campitelli, Villa Borghese e il Campidoglio. Un set dalla bellezza straordinaria che trasporterà i telespettatori in quegli angoli della città eterna in cui Trilussa ha trascorso la sua movimentata vita.
La storia ha inizio nel 1937. Il poeta è arrivato alla soglia dei 70 anni ed è all’apice della sua carriera. Ma nonostante la grande notorietà continua a fare i conti con quel denaro che non basta mai, vivendo sempre nell’incubo di non riuscire a pagare l’affitto.
Trilussa vive in una casa-studio nel ghetto ebraico di Roma, di proprietà del conte Osvaldo Della Rocca. E proprio il conte lancerà una sfida al poeta: dovrà riuscire a trasformare, in soli 3 mesi, Giselda (Valentina Corti), una ragazza povera e senza apparente talento poco più che ventenne, in una diva del cinema muto. Se riuscirà nell’impresa, come premio, avrà la proprietà della casa in cui vive.
Sarà solo l’inizio di una serie di vicissitudini, malintesi e colpi di scena che coinvolgeranno molto da vicino anche Arturo (Emanuele Bosi), un giovane scapestrato e “testa calda” innamorato di Giselda.
Trilussa era un uomo molto disordinato, sia in casa che nella vita; non si è mai sposato e non ha avuto figli. I poeti non hanno mai una lira e questo era il problema principale di Trilussa.
Un giorno gli viene offerta questa grande opportunità per non pagare più l’affitto: trasformare una ragazzina che chiede l’elemosina, in una grande diva e Trilussa è costretto ad accettare, diventando una sorta di Pigmalione per questa ragazzina.
La storia racconta un triangolo amoroso: Arturo si reca da Trilussa e gli confida di essere innamorato di una ragazza e vorrebbe dedicarle delle poesie. Trilussa le scrive e Giselda perde la testa per Arturo, ma quando scopre che le poesie le ha in realtà scritte Trilussa, lascia Arturo e si innamora del poeta.
Poi Arturo, antifascista convinto, si metterà nei guai con le forze dell’ordine e il poeta si pone un grande problema morale ed etico: cosa fare? Proteggere la sua vita, o cercare, questa volta, di essere seriamente antifascista e salvare Arturo?
Il film narra momenti estremamente romantici e sofferti ma non è un film drammatico, è un film leggero in cui si ride molto. Visto come se fosse stato scritto direttamente dallo stesso Trilussa.
Nel cast anche Pietro De Silva nella parte di Nestore, Alfredo Pea che dà viso e corpo a Gabriele D’Annunzio, Renato Scarpa impersona Papa Pio XI e Con la partecipazione di Rodolfo Laganà nel ruolo di Rapiselli, vero uomo del popolo e, per Trilussa grande amico di sbornie e di avventure. E, ancora, con la partecipazione di Giorgio Colangeli e Armando De Razza, Fabio Camilli, Nini Bruschetta, Giuseppe Loconsole. Il soggetto e la sceneggiatura sono firmati da Peter Exacoustos, Paolo Logli, Alessandro Pondi.
Nella storia Roma sarà grande protagonista, con la ricostruzione dettagliata dei vicoli della vecchia Capitale, il teatro e la camera di Trilussa.
Le riprese sono iniziate il 20 agosto 2012 e si sono svolte nei luoghi storici della capitale: Piazza Campitelli, Piazza Costaguti, via dell’Arco de’ Cenci, Palazzo Venezia, Galleria Sciarra, Villa Borghese, Scalata Campidoglio, Trastevere, Palazzo Sacchetti, Accademia d’Italia, Palazzo Zecca, Teatro dell’Opera, Isola Tiberina.
Trama della prima puntata – lunedì 11 marzo ore 21:10
Roma, 1937. Carlo Alberto Salustri, in arte Trilussa, è una gloria dei romani con i suoi versi e le sue fiabe per l’infanzia in romanesco. Il poeta ha ormai sessantasei anni e si avvia verso l’ultima fase della sua vita. Una vita intensa la sua, donnaiolo incallito, sempre inseguito dai creditori. Vive in una casa-studio nel ghetto ebraico di Roma, assistito dall’inseparabile sua governante Rosa, che è a servizio da lui da oltre vent’anni.
La casa in cui è in affitto Trilussa è di proprietà del conte Osvaldo Della Rocca, amico ed estimatore di Trilussa, che chiude spesso un occhio sui ritardi e gli arretrati degli affitti del poeta.
Il conte Della Rocca vive in un grandioso palazzetto nobiliare dall’altra parte della stessa piazza, assieme alla sua amante Marisa Mars, divetta del cinema e del teatro, un passato da popolana che si è saputa “muovere” nelle stanze giuste.
Una sera, dopo un trionfale spettacolo al Teatro Nazionale di un’opera del vate Gabriele D’Annunzio, il conte Della Rocca dà un suntuoso ricevimento nel suo palazzo a cui partecipa la nobiltà e l’alta borghesia romana. Nell’occasione Trilussa non perde l’occasione di irretire l’odiata Marisa Mars, ricordandole davanti a tutti le sue umili origini e la sua capacità di essersi fatta strada grazie agli uomini con cui è stata. Marisa fa su tutte le furie, e pretende le scuse immediate di Trilussa, sostenendo che una diva come lei non ha bisogno di un’artista vernacolare come Trilussa per diventare una diva.
Il conte Della Rocca lancia allora all’amico Trilussa una sfida travestita da scommessa. Alla serata partecipa un gruppo di vecchie dame di carità, alla ricerca di offerte; la nipote di una di queste, Giselda, una ragazzetta poco più che ventenne, si è appena esibita nella pessima recitazione di una poesia del Carducci. La scommessa che il conte propone a Trilussa è semplice: se lui riuscirà a far diventare Giselda una diva nel giro di tre mesi, avrà vinto la casa in cui è in affitto, in caso contrario dovrà scrivere una spettacolo per Marisa Mars e doverle scuse pubbliche alla prima al Teatro Nazionale. Trilussa suo malgrado è costretto ad accettare, ma la scommessa sembra subito sgonfiarsi: Esterina, la zia di Giselda, dice che mai e poi mai permetterà alla nipote di entrare nel laido mondo dello spettacolo. Zia Esterina porta via Giselda dalla festa, nonostante le rimostranze della ragazza.
Trilussa sembra averla scampata per l’ennesima volta, ma il giorno seguente gli eventi precipitano. Infatti in un sol colpo si presentano a casa sua l’ufficiale giudiziario con l’avviso di sfratto e la povera Giselda che è scappata di casa per seguire il suo sogno di diventare una grande attrice.
Trilussa è al muro, dovrà diventare il pigmalione di Giselda per non essere in mezzo ad una strada.
Giselda nel frattempo va a vivere nella casa del conte Della Rocca. Accudirà la casa durante l’assenza del conte e di Marisa Mars per la stagione termale e potrà ogni giorno andare a seguire le lezioni di canto, postura e recitazione del poeta Trilussa.
Nel frattempo altri personaggi si aggiungono alle vicende di Trilussa, il sarto ebreo Mastro Sergio e suo figlio, il giovane e “testa calda” Arturo, il piccolo orfano Romoletto che Rosa ha in qualche modo “adottato”, lo squadrista stupido e arrogante Carlacci e il colonnello dell’Ovra, il torvo Longarini.
Alla lezioni di Giselda con il poeta Trilussa (e alla nascita di un sentimento anche se nascosto verso di lui) si somma un nuovo amore giovanile: una notte, inseguito dai fascisti, Arturo il figlio del sarto ebreo, si rifugia dai Della Rocca, Giselda lo aiuta a fuggire. I due non si conoscono, Giselda non sa il nome del bel ragazzo che le ha rubato il cuore, Arturo dal canto suo la crede una contessina dal cuore d’oro. Nel frattempo il fascista Carlacci mastica amaro e comincia ad avere mire sulla bella Giselda e un profondo odio verso Trilussa e il giovane Arturo.
Sempre rincorso dai debiti, il povero Trilussa deve aggiungere un altro ruolo oltre a quello di pigmalione. Per non pagare i suoi arretrati con il sarto, accetta di diventare per il figlio Arturo una sorta di Cyrano: scriverà per lui versi d’amore per la sua amata, che il poeta ignora sia Giselda.
La situazione precipita, Trilussa non riesce a trovare il modo di tirare fuori dell’arte da Giselda, che s’illumina solo quando recita le poesie che Arturo (in realtà Trilussa) le dedica.
Nel frattempo i fascisti Longarini e Carlacci sono sulle tracce di Arturo e del suo gruppo di giovani sovversivi. Arturo finalmente si dichiara con Giselda e i due scoprono le loro “vere” identità, ma i fascisti una notte pestano a sangue Arturo, mentre Trilussa sempre più disgustato dal clima imperante nel quartiere e in Italia mette alla porta Giselda e il suo sogno di diventare artista, scrivendo quella stessa notte un velenoso sonetto contro i fascisti che seguono Mussolini.
Mentre Giselda viene respinta da zia Esterina che non la rivuole più a casa, Trilussa viene prelevato da dell’Ovra una mattina all’alba: il Duce vuole vederlo. Per lui la strada dell’esilio o anche peggio.
Trama della seconda puntata – martedì 12 marzo ore 21:10
Il nostro Trilussa ha più vite di una gatto e tiene testa a Mussolini che non riesce a “incastrarlo” per le sue simpatie anti-fasciste, Trilussa se la cava con una dedica sul libro di fiabe del figlio del Duce e un invito a non parlare più di politica in futuro.
Rientrato a casa per la gioia della “sua” Rosa, Trilussa si rassegna a riprendere la sua vita normale. Giselda gli si presenta però ancora davanti, sul set di un filmaccio al quale Trilussa decide di collaborare per raccattare un po’ di soldi per tranquillizzare i creditori: questa volta Trilussa decide di mollare il film e riprendere il lavoro lasciato a metà con Giselda: la trasformerà in una vera diva.
Per concludere la sua impresa però Trilussa si circonda di una serie di “amici”: la ex mannequin Odette, la ballerina etiope Nouma, il pianista cieco Marcello, il truccatore omosessuale Ivano e un gruppo di ballerine che diventerà il corpo di ballo dello spettacolo dove debutterà Giselda. Fondamentale poi per Trilussa la presenza del grande amico (di sbornie e di avventure) l’artigiano Frappiselli, vero uomo del popolo.
Mentre continuano le prove dello spettacolo e Giselda comincia a sbocciare come artista sotto la sapiente regia di Trilussa, la rete fascista di Longarini e Carlacci si stringe attorno al povero Arturo e al suo gruppo. Soprattutto Carlacci ha sempre più mire su Giselda e vuole ostacolare in ogni modo la sua storia d’amore con Arturo. Ma il cuore si mette in mezzo. Giselda è sempre più divisa tra il suo giovane amore per Arturo e lo strano sentimento che prova per Trilussa, un giorno lo confessa a Rosa. Purtroppo Arturo le ascolta e crede che Giselda non lo ami più. Disperato, senza più speranze, decide di agire contro il regime in un atto dimostrativo: riempirà di volantini anti-fascisti un’inaugurazione ufficiale a cui partecipa anche il Duce. Ma Carlacci lo scopre e trama contro di lui, lo blocca durante l’inaugurazione e prima che Arturo possa difendersi gli mette in tasca una pistola: Arturo viene arrestato con la gravissima accusa di attentato a Mussolini. Rischia la pena di morte e viene rinchiuso in carcere in attesa di giudizio.
Nel frattempo mentre Trilussa cerca di liberare Arturo grazie alla sua amicizia con il Papa Pio XI, Giselda è disposta a tutto pur di salvargli la vita, anche di cedere alle lusinghe del laido Carlacci. Questi prepara un piano diabolico: farà scappare Arturo e avrà Giselda, poi ucciderà il fuggiasco e Giselda sarà per sempre alla sua mercé.
Nel frattempo la prima dello spettacolo di Giselda è sempre più vicina e la ragazza è sempre più brava: se ne accorge anche il conte Della Rocca che l’applaude alla prova generale sotto lo sguardo torvo di Marisa Mars. Con i fascisti a caccia di Arturo, Trilussa riesce però a evitare con un abile stratagemma che Giselda ceda a Carlacci e nel frattempo prepara la grande fuga dei due amanti.
Arturo ha le ore contate e Giselda verrà arrestata subito dopo lo spettacolo che segnerà il suo trionfo. Trilussa decide allora di perdere volutamente la sua scommessa. Giselda non lo vuole lasciare, le confessa di amarlo da sempre, il poeta le fa credere di non averla mai amata per farla fuggire con Arturo in Francia. E mentre Giselda in lacrime lascia il teatro dove non debutterà, Trilussa intrattiene il pubblico e tutta la milizia fascista con uno dei suoi famosi monologhi in romanesco.
Longarini e Carlacci, messi sull’avviso da Marisa Mars, corrono alla stazione dove parte l’ultimo treno per la Francia ma questa era una “falsa pista” orchestrata da Trilussa e dal conte Della Rocca, in realtà Arturo e Giselda lasciano l’Italia sulla macchina del conte Della Rocca.
La nostra storia si chiude nel 1951 dove un’invecchiata Rosa cerca di comprare all’asta dei beni del poeta Trilussa – morto da pochi mesi – un busto di bronzo che campeggiava nel salone della “loro” casa con cui era solita parlare. Ma le offerte degli altri acquirenti sono troppo alte per lei e lo vede acquistare da una ricca donna. Mentre Rosa attraversa mestamente la piazza per tornare a casa viene fermata dalla stessa donna che aveva acquistato il busto: è Giselda, ora diventata Leda Gys – il nome d’arte che le aveva dato Trilussa – una diva famosissima. Giselda ha voluto comprare per Rosa il busto di Trilussa, ha sempre saputo che era la sola donna che aveva sempre amato il poeta.
Mentre Rosa attraversa Roma al tramonto, sui panorami dei sette colli echeggiano i versi del suo grande poeta.
Interpreti e personaggi: Michele Placido (Trilussa), Monica Guerritore (Rosa), Valentina Corti (Giselda), Rodolfo Laganà (Rapiselli), Emanuele Bosi (Arturo), Giorgio Colangeli (Mastro Sergio), Fabio Camilli (Longarini), Giuseppe Loconsole (Carlacci), Armando De Razza (Osvaldo Della Rocca), Angela Antonini (Marisa Mars), Alfredo Pea (D’Annunzio), Claudio Spadaro (Mussolini), Renato Scarpa (Pio XI), Davide Gagliardi (Mario), Riccardo Sinibaldi (Guido), Silvia Luzzi (Zia Esterina), Pietro De Silva (Nestore), Francesco Mura (Romoletto), Ashai Lombardo (Nouma), Federica Vincenti (Gigolette), Nini Bruschetta (Direttore Malgesi), Fernando Pannullo (Accademico ), Davide Lorino (Giovane Sacerdote), Diego Verdegiglio (Cinematogra-far), Riccardo Angelini (Regista), Riccardo Zinna (Ivano), Angelica Sepe (Madame Georgette), Stelvio Cipriani (Marcello), Jinny Steffan (Odette), Carmen Giardina (Moglie Carlacci), Antonello Liegi (Fioraio), Marco Guadagno (Nappa scultore), Uberto Kovacevich (Uomo in marsina), Fabrizio Sabatucci (Poetastro), Alberto Buccolini (Piccoletto Ubriaco), Vincenzo De Michele (Capo Guardie Carcere), Stefano Parente (Adolfo “minore”).
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“Trilussa. Storia d’amore e di poesia” Da un’idea di Peter Exacoustos. Soggetto e sceneggiatura Peter Exacoustos, Paolo Logli, Alessandro Pondi. Liberamente ispirati alla biografia di Trilussa. Costumi Valter Azzini. Scenografia Lorenzo Baraldi. Casting Fabiola Banzi. Direttore di Produzione Roberto Giliberto. Aiuto regista Stefano Anselmi. Musica Stelvio Cipriani. Direttore della fotografia Saverio Guarna. Montaggio Carla Simoncelli. Assistente Sonia Fermanelli. Organizzatore generale Guido Geuna. Produttori Rai Alessandro Carbone, Paola Foffo. Prodotto da Guido Lombardo. Regia Lodovico Gasparini.
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