venerdì 29 maggio 2015

Amici 14, ottava puntata del Serale: la Semifinale con Ricky Martin, Renato Zero, Massimo Ranieri, Nek, Cristiano De André, Lucia Aliberti

Ricky Martin
Ricky Martin
Sabato 30 maggio 2015 alle 21.10 su Canale 5 andrà in onda l’ottava puntata nonché Semifinale del Serale di “Amici 14”, il talent show più longevo d’Italia ideato e condotto da Maria De Filippi.

Nel corso della puntata a ricoprire il delicato compito di quarto giudice, accanto alla giuria fissa composta da Sabrina Ferilli, Francesco Renga e Loredana Bertè, ci sarà il cantante portoricano Ricky Martin, già coach della quarta edizione del talent “The Voice Australia” e “La Voz...México” al fianco della nostra Laura Pausini. Lo scorso febbraio Ricky Martin ha pubblicato il suo decimo album in studio dal titolo “A quien quiera escuchar”. Ricky Martin si è anche esibito in un medley dei suoi pezzi più famosi con Stash e Klaudia.

Ospiti d’eccezione della serata Renato Zero, che ha duettato con Stash; Massimo Ranieri, che ha duettato con Virginia; Nek, che ha duettato con Klaudia; Cristiano De André che ha duettato con Emma; il soprano Lucia Aliberti che ha duettato con Briga.

A dare il via alla competizione, che vede cinque talenti ancora in gara, 3 tra le fila dei Blu guidati dal Direttore Artistico Elisa e 2 fra i Bianchi di Emma sarà il conduttore di radio e tv e regista Alvin, pseudonimo di Alberto Bonato.

Come sempre nel corso della serata le divertenti incursioni comiche di Virginia Raffaele.

Alla fine della puntata è intervenuto anche Roberto Saviano che ha parlato della storia commovente e straziante della ballerina Michaela DePrince, che dopo il racconto emozionante dello scrittore è entrata in studio con il pubblico in studio che le ha riservato diversi minuti di applausi. Anche le parole di Michaela sono state molto toccanti.

Ecco l’intero intervento di Roberto Saviano e Michaela DePrince ad “Amici 14”.

Maria De Filippi introduce Roberto Saviano, ospite per la terza volta ad Amici, con queste parole:
«Un giorno mi è stata raccontata una storia che è una storia vera, che è incredibilmente terribile e allo stesso tempo è incredibilmente bella. Io vorrei che voi la sentiste raccontare come è stata raccontata a me».
Saviano:
«Eccoci. Qui c’è una foto. In realtà in questa foto io ci vedo il diritto a essere felici e per dimostrarlo vi racconto una storia. Una storia che parte da lontano, un po’ di anni fa. Sierra Leone, Africa occidentale, anni Novanta. C’è una guerra terrificante tra le truppe governative e i ribelli. Si scontrano ufficialmente per motivi ideologici, in realtà c’è un unico reale motivo: diamanti. La Sierra Leone esporta diamanti, è uno dei maggiori esportatori di diamanti. In Olanda, in Belgio, in Francia, in Inghilterra. Fateci caso, questi ultimi due Paesi in questi giorni sono molto freddi sulle quote di profughi africani da accogliere eppure non sono affatto freddi nell’accogliere grandi flussi di diamanti. I ribelli cercano di occupare, e ci riescono, miniere.
I loro soldati sono sempre ubriachi, pieni di coca, bruciano villaggi e soprattutto utilizzano uno strumento per terrorizzare. Il Governo dice, con una sorta di slogan: “il futuro è nelle tue mani”, per invitare ad andare a votare e a partecipare alla democrazia. I ribelli quindi con il machete tagliano le mani degli abitanti della Sierra Leone per terrorizzarli, per evitare che possano accedere alla democrazia.
Mentre tutto questo sta succedendo in Sierra Leone, c’è una ragazza, una bambina in realtà, Michaela, ed è proprio di lei che voglio parlare. Lei ha tre anni quando suo padre, un commerciante ma in quel momento sta lavorando in una miniera di diamanti, viene ammazzato dai ribelli che hanno occupato quella miniera. Michaela e sua madre vanno a quel punto dal fratello del padre, Zio Abdullah, che ha già 14 figli, diverse mogli, difficoltà a sfamarli e maltratta questa nipotina e la madre del fratello, cui dà sempre meno cibo. La madre, come succede spessissimo, si priva del cibo per darlo alla piccola Michaela, si ammala di una febbre virale e muore. In realtà quella febbre si chiama morire di fame. Fatto sta che la famiglia ha paura che possano contagiarsi e quindi non fanno neanche un funerale, prendono e seppelliscono subito questa donna. La piccola Michaela non ci crede a quello che sta vivendo e va a scavare nella terra con le mani per tirare fuori la madre al punto tale che la devono strappare via dalla terra e danno la colpa a lei di questa sventura perché la piccola Michaela ha delle piccole macchie bianche sul corpo, la vitiligine. Ebbene l’ignoranza, la stupidità, il pregiudizio fanno sì che quelle macchie siano viste come le macchie del demonio, la chiamano proprio “la figlia del diavolo” e finisce in orfanotrofio. La storia in orfanotrofio è complessa, perché ci sono 27 bambini e sono in un ordine gerarchico, nel senso che sono chiamati con i numeri e i primi numeri sono i bambini prescelti per l’adozione, gli danno più cibo, più vestiti mentre gli ultimi sono quelli che hanno meno cibo, meno cure, gli ultimi a scegliersi i vestiti, gli ultimi ad avere attenzione. Michaela, anche per il suo aspetto - dovete pensare che un ragazzo o bambino albino o con la vitiligine spesso sono condannati a morte in molti Paesi dell’Africa - è la 27esima, quindi riceve tutto sempre per ultimo. C’è però la sua migliore amica che è la 26esima, e loro si scelgono perché prima del sonno si riescono a raccontare storie belle, un momento di pace in quell’inferno.
Ebbene, qui accade un miracolo portato da una folata di vento. Perché un giorno arriva una copertina di una vecchia rivista degli anni Settanta (la rivista Dance magazine campeggia dietro Saviano nel ledwall dello studio di Amici) e arriva oltre le ringhiere di questo orfanotrofio proprio in faccia a Michaela che vede questa copertina, vede questa donna in punta di piedi, le sembra quasi che stia per volare e il primo pensiero è: “ah ma è bianca, i bianchi si vestono in maniera così buffa?”. Primo pensiero. Secondo pensiero: “Mi sembra felice, quindi se lei facendo questo è felice forse se io farò questo sarò felice”. È un primo riconoscimento, per una bambina che ha vissuto quello che ha vissuto, della felicità. Si nasconde questa copertina nelle mutandine, unico spazio che aveva per portare con sé qualcosa. Va dall’unica maestra con cui ha un rapporto, la maestra Sara e mostra questa foto. La maestra le racconta che è una ballerina, che non si veste così, che ha il tutù, che è un vestito di scena, che le scarpette sono per danzare, insomma le spiega… Anche le prime mosse di danza Michaela le fa davanti alla sua maestra. Una sera la maestra va via, si allontana, ha finito la lezione, come sempre Michaela la saluta, la segue con lo sguardo e vede che un camion di ribelli la ferma perché la maestra Sara è incinta e i ribelli stanno scommettendo sul sesso del bambino, puntano soldi. A un certo punto il capo di questa banda decide di capire se è maschio o femmina, la sbatte a terra e col machete le aprono il ventre, prendono il bambino e lo lanciano perché è una bambina e loro hanno puntato sul maschio. La piccola Michaela vede tutto questo, cerca di salvare la bimba, e succede un’altra cosa, ovvero che un soldato vede che sta armeggiando per cercare di salvare questo corpicino e quindi prende anche lui il machete. Si guardano, questo soldato è poco più grande di Michaela, un bambino - molti venivano arruolati in quegli anni - e quindi le taglia solo la pancia con il machete ma non affonda e la salva. Dopo poco che la sua maestra Sara è morta, l’intero orfanotrofio viene occupato dai ribelli.
Camminano per giorni e ore dalla Sierra Leone sino al Ghana perché in Ghana c’è qualcuno che li sta aspettando, una famiglia adottiva che sta aspettando questi bambini della Sierra Leone. Ebbene succede che nella testa di Michaela inizia a innescarsi una sorta di magia, cioè lei sogna di avere una madre e vede una madre americana che è lì ad aspettarla. Quindi lei sogna e c’è, poi lei sogna che Mia (la sua amichetta) possa diventare sua sorella a tutti gli effetti e la mamma prenderà anche Mia come sua sorella, adottando entrambe.
A Michaela sembra che tutto si stia materializzando, che la forza del suo sogno sia capace di trasformare la realtà. Una sera la nuova famiglia si trova in albergo, e lei, la piccola Michaela, apre i cassetti, gli armadi, guarda sotto il letto e la mamma non capisce cosa stia facendo. Perché nella sua testa Michaela aveva sognato il tutù e le scarpette e non le vedeva, diceva: “come è possibile che sto sognando e non vedo queste cose realizzate?”. Allora fa vedere alla mamma la copertina, la quale dice: “ah, vuoi danzare quindi”. Ebbene, quando andranno poi negli Stati Uniti la prima cosa che farà Michaela è iniziare a prendere lezioni di danza e anche qui non sarà facile. A 8 anni le dicono che non potrà interpretare lo Schiaccianoci perché l’America non è pronta a vedere una ballerina nera danzare danza classica nello Schiaccianoci. Poi crescendo incontrerà una maestra che le dirà: “ma no, noi non puntiamo affatto su di lei, sulle ballerine di danza classiche nere, che poi crescendo diventano formose, grossi fianchi, grosso seno...”. Quindi è difficile, ma, visto tutto quello che Michaela aveva vissuto, questi ostacoli non la fermano, anzi rilanciano la sua voglia di realizzarsi.
Vedete, in qualche modo il talento non è qualcosa che cade dal cielo, qualcosa che ti viene riconosciuto così, d’ufficio. Il talento è qualcosa che scovi, scavando e trovando questa strada dentro di te, conquistandola bastione per bastione. Ora questa storia, la storia di Michaela che ho voluto qui raccontarvi, a me personalmente quando ci penso, quando penso a lei, quando penso a tutte le energie, mi porta sempre in un punto semplice. Quante volte è facile dire: “quello lì ci sta riuscendo perché è raccomandato, perché ha denaro, perché è figlio di, fratello di”. L’augurio che questa storia ci suggerisce è che si lasci perdere, che non si lasci vincere il lamento, ma che invece lasciamo spazio e forza, lasciamo vincere il talento, la possibilità di credere che oltre ogni possibilità di limite, oltre ogni possibilità anche di ostacolo ce la puoi fare.
Ora, la storia di Michaela è una storia davvero incredibile perché oggi Michaela è ballerina professionista del Dutch National Gallery. È diventata la ballerina che ha sempre sognato di essere ed è così, ballando, che mostra di essere felice».
Viene mostrato un video di Michaela DePrince che balla ed entra Michaela.
Michaela DePrince:
«Grazie. Come sapete tutti, mi chiamo Michaela DePrince. Come avete visto, ero molto felice in quel video ma non lo sono sempre stata felice. In Sierra Leone ho avuto una vita molto difficile, mi chiamavano la figlia del diavolo, mi dicevano: “nessuno ti vorrà mai, chi mai potrebbe volere una bambina così brutta”. Io ho incominciato a credere a queste persone, anche se c’era quella che poi è diventata mia sorella, la mia migliore amica, comunque avevo bisogno di qualcosa in cui credere. Avevo bisogno di qualche cosa per realizzarmi ed è a quel punto che ho trovato quella foto su quella rivista. Mi ha dato speranza, qualche cosa in cui credere. Vedevo questa ballerina, vederla mi faceva felice perché lei lo era e se fossi potuta diventare come lei sarei stata felice. Quando ho cominciato a ballare mi sono impegnata tantissimo, i miei genitori mi hanno sostenuto al 100% come anche i miei amici. Sapete, non è sempre così, non tutti credono in te. Ci sarà sempre qualcuno che ti dirà: “hai dei piedi bruttissimi, sei troppo grassa”; ci sarà sempre qualcuno che ti dirà: “devi dimagrire”, ma voi dovete capire che siete perfetti esattamente come siete. Io ero triste però decisa a dimostrare che questa gente si sbagliava e ho capito che forse avrei potuto ispirare gli altri così come quella ballerina aveva ispirato me.
Ecco perché sono qui oggi, perché voglio incoraggiare i giovani a sognare, qualunque siano le vostre condizioni, per quanto poveri o tristi, in qualunque momento, continuate a sognare. Dovete osare, abbiate il coraggio di essere diversi, magari dubitate del vostro talento, ma il talento lo abbiamo tutti. Forse non diventerete una cantante, una ballerina, un danzatore ma forse uno scrittore, uno chef o qualcuno che può ispirare gli altri.
Sono qui quindi per dirvi osate, abbiate il coraggio di credere in voi stessi ed è solo così che potete realizzarvi. Naturalmente dovete impegnarvi e capire che essere diversi dagli altri va bene. Grazie».
Una storia toccante che viene raccontata in un religioso silenzio, lo studio è rapito dal racconto e alla fine tutti si alzano in una standing ovation.

Maria De Filippi raggiunge il centro dello studio, raggiunge Michaela DePrince e Roberto Saviano e dice a Michaela:
«Grazie per la tua storia e per avercela raccontata. Vorrei regalarti qualcosa. Posso?».
Con un gesto familiare e affettuoso Maria si sfila da collo il suo escapolario d’oro che indossa da 10 anni, Michaela sorride felice e lo avvolge al suo braccio destro.

Ma eccoci alle consuete anticipazioni dell’ottavo Serale di “Amici 14” con la solita raccomandazione che da qui in avanti l’articolo contiene gli spoiler della puntata: se non vuoi sapere quello che succederà nel corso della serata, non proseguire oltre nella lettura.

La prima manche dovrebbe iniziare con un duetto tra Mattia Briga e il soprano Lucia Aliberti, prova che gli è valsa i complimenti perfino dalla spietata giudice Loredana Bertè che nelle scorse puntate aveva pesantemente criticato Briga.

La la seconda prova ha visto sfidarsi Klaudia Pepa contro i The Kolors. La vittoria ancora ai Bianchi.
La terza prova vedrà schierati di nuovo Klaudia in duetto con Massimo Ranieri contro Virginia che si esibirà con Nek. Ancora vittoria ai Bianchi.

Nella quarta prova, Elisa giocherà la “magic ball”, ma il duetto tra Emma e Briga sulle note di “Empire state of mind” e “New York New York” decreterà la nettissima vittoria dei Bianchi con un punteggio finale di 7 punti a zero.

I ragazzi hanno votato Virginia, i professori Giorgio. Ad essere salvata è stata la ballerina: l’eliminato provvisorio della prima manche è stato il ballerino Giorgio Albanese.

Passiamo alla seconda manche con le prime due prove che hanno visto la vittoria della squadra Blu capitanata da Elisa.
Elisa e la Squadra Blu hanno vinto tutte le partite prendendo tre punti ma Emma ha deciso di non giocarsi la “magic ball” convinta che non sarebbe giusto ribaltare il risultato dopo che i ragazzi con le loro esibizioni si sono guadagnati i punti della giuria.

La Squadra Bianca alla fine perde per 4 a zero e così i primi due finalisti sono Virginia e Stash.
Emma perde la seconda manche e i professori decidono di salvare Briga che diventa automaticamente il terzo finalista di “Amici 14”.

Dopo la vittoria della squadra Blu, l’eliminata provvisoria è la ballerina Klaudia Pepa che dovrà sfidare Giorgio Albanese al ballottaggio.

La sfida finale vedrà la disfatta di Giorgio, che deve abbandonare per sempre l’accademia del talento di Maria De Filippi, ma vince un premio molto importate: un contratto di lavoro con la compagnia di Giuliano Peparini.

Ad accedere alla finalissima di venerdì prossimo sono Briga e Klaudia della Squadra Bianca e i The Kolors e Virginia della Squadra Blu.

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