giovedì 25 giugno 2015

La Grande Storia, da venerdì su Rai3 otto nuovi appuntamenti con Paolo Mieli

La grande Storia
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“La Grande Storia” torna su Rai3, da venerdì 26 giugno, con otto nuovi appuntamenti in prima serata e con il racconto della storia del Novecento – e non solo – attraverso i suoi protagonisti, i fatti, le tragedie e i tanti momenti di progresso e di sviluppo.

In questa 18ª edizione (il programma di Luigi Bizzarri iniziò infatti l’11 settembre 1997 con la puntata “Galeazzo Ciano. Una tragedia fascista”) si parlerà di Italia, certamente. Ma si volgerà lo sguardo anche a eventi e personaggi di altri paesi che hanno segnato in qualche modo la storia del secolo passato.

Una varietà di temi e di argomenti favorita anche dal nuovo format de “La Grande Storia”: non più un unico soggetto raccontato in ogni suo aspetto per la durata di tutta una puntata, ma diversi documentari, dai due ai quattro, a volte simili, a volte apparentemente lontani.

Una “distanza” che Paolo Mieli aiuterà a colmare con le sue introduzioni e i suoi commenti sempre puntuali.

Questa partizione darà la possibilità di poter raccontare più storie e più protagonisti, proponendo al tempo stesso differenti e più agili racconti. Il primo degli otto appuntamenti, in onda venerdì prossimo alle 21:05, sarà “La Meglio Gioventù”. Tre generazioni diverse. Tre momenti della storia d’Italia. Tre racconti introdotti e commentati da Paolo Mieli.

Si comincia con “La Grande Guerra. I ragazzi del ’99”, di Peter Freeman e Paola Lasi. I ragazzi del ‘99, sono poco più che adolescenti, ma vengono gettati nel tritacarne della prima guerra mondiale. La prima guerra veramente “moderna”, con nuove e sempre più potenti armi, con la mobilitazione di ogni risorsa della nazione, con una propaganda pervasiva in grado di arrivare ad ogni italiano, militare e anche civile. Un racconto che si avvarrà del prezioso contributo del professor Luciano Canfora.

E poi la generazione del Ventennio. La guerra è finita, il fascismo è ora al potere e l’imperativo è addestrare i giovani alla guerra educandoli, divertendoli, inquadrandoli, disciplinandoli. Sono “I figli della Lupa” raccontati da Enzo Cicchino. Una generazione educata con il libro e… il moschetto.
Ed infine L’Italia rinata dalla guerra. Alla ribalta si affaccia la prima generazione che non ha vissuto la guerra. Vuole divertirsi, consumare, seguire tutte le mode. E anche cambiare il mondo. Sono i giovani dei favolosi anni ’60. Sono “I figli del boom”, un film documentario di Ilaria Degano.

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