Lunedì 11 novembre 2013 alle 21.10 su Rai 1 andrà in onda la fiction “La farfalla granata”, che narra la storia di un uomo e di una generazione. La storia di Gigi Meroni.
La fiction è liberamente tratta dal romanzo “La farfalla granata. La meravigliosa e malinconica storia di Gigi Meroni il calciatore artista”, scritto da Nando Dalla Chiesa nel 1995.
Gigi Meroni è stato nel calcio il maggiore e forse l’unico interprete della domanda di libertà che ha investito l’universo giovanile negli anni Sessanta. Personaggio complesso: calciatore estroso, mite e ribelle, protagonista di un amore difficile e invincibile con una donna sposata, fino alla morte banale avvenuta quando aveva 24 anni per un incidente d’auto.
Gigi Meroni è il personaggio intorno al quale viene fatto ruotare lo scenario in movimento di una intera generazione, con i suoi idoli e le sue culture, anche musicali. È il punto di osservazione che, in un grande amarcord collettivo, consente di abbracciare la generazione che diventa adulta tra il ’62 e il ’67, tra il mito di Marilyn Monroe e Che Guevara.
Una produzione Rai Fiction, prodotta da Goodtime con Alessandro Roja, Alexandra Dinu, Roberto Accornero, Rodolfo Corsato, Luca Ferrante, Caterina Vertova e con la partecipazione di Francesco Pannofino nel film che racconta la vita di Gigi Meroni, calciatore dal dribbling straordinario, un vero e proprio fuoriclasse che seppe portare sul campo da gioco quel sogno di libertà che ha investito l’universo giovanile negli anni Sessanta.
Una vita fuori dagli schemi, compreso il suo amore travolgente per Kristiane, che non avrà un futuro. Il giovane Meroni muore, infatti, in un incidente stradale proprio quando i due innamorati sono finalmente liberi di amarsi.
Meroni viene interpretato da Alessandro Roja con una precisione millimetrica - come sottolinea il regista Paolo Poeti. Di lui esistono gli eventi sportivi concreti, i gol capolavoro di fantasia, le vittorie sul campo, i rapporti tormentati con le tifoserie e i giornalisti acidi e conformisti.
Ma Gigi viveva un altrove, soffriva e gioiva per quel “altro” che apparentemente non aveva rapporto col pallone, ma invece ne era integrazione coerente al suo essere campione e persona. Una sfida, un “altro gioco” che è in ogni istante contiguo al campo erboso, il “fuori”.
Come un bambino, faceva del gioco la sua professione, e il gioco per il bambino, è sogno, fantasia. Gioco serissimo sulle cui regole non era disposto a transigere. Lui diceva di “non poter fare a meno del pallone”, ma non poteva fare a meno anche di “giocare” coi pennelli, ci si alza di notte per dipingere, non poteva fare a meno di “giocare” a vestirsi come un dandy estroso e anticonformista che girava con una gallina in braccio, nella disapprovazione della buona borghesia sabauda.
Non poteva rinunciare a “giocare” al “quinto Beatles” - esibizionista e pagliaccio dicevano di lui i benpensanti del mondo dello sport e non solo - e soprattutto non poteva rinunciare a giocare al gioco più serio e ostinato della sua vita: difendere il suo amore per cui “metteva in gioco” tutta la sua carriera.
Un ragazzo pronto perciò a pagare le conseguenze assumendosi ogni responsabilità di fronte al mondo. Fermissimo sulle sue convinzioni come nei suoi affetti: la famiglia, e la donna che ama.
La vita di Gigi Meroni, anche se brevissima, 24 anni, offre lo spunto per un racconto esemplare: il colpo di fulmine per “la bella tra le belle del Luna Park”, una vibrante Alexandra Dinu, la sfida al mondo conformista , gli ostacoli dell’ambiente e familiari, gli alleati che si trasformano in antagonisti e viceversa, con ravvedimenti inaspettati.
Una “trama di formazione” esemplare e verosimile: “Essere omo in campo e fora!” lo esortava il triestino Nereo Rocco. In ogni storia narrata, se i protagonisti sono giovani e vitali esigiamo che si nutrano d’amore oppure di disamore, che l’accento sulla grammatica generativa ormonale sia ineludibile, che soffrano per guadagnare la posta in gioco, realizzare il loro progetto di vita.
E “i vecchi hanno paura dei giovani!” come ammetteva Edmondo Fabbri. Il giovane Gigi per amore era disposto a tutto, lottare come un leone contro il perbenismo imperante, la meschinità provinciale dell’italietta degli anni ’60.
Parlando del personaggio pubblico di Gigi Meroni, sappiamo che la sua vera posta in gioco era essere accanto alla persona amata contro tutto e tutti. La firma col sangue della sua ribellione profetica a un’epoca polverosa e obsoleta.
[Dalle note di regia di Paolo Poeti]
Interpreti e personaggi: Alessandro Roja (Gigi Meroni), Alexandra Dinu (Kriss), Caterina Vertova (Elvezia), Francesco Pannofino (Nereo Rocco), Rodolfo Corsato (Giovanni), Luca Ferrante (Poletti), Pierre Lucat (Celestino), Anna Stante (Rosa), Andrette Lo Conte (Emy), Stefano Parente (Fulvio), Giulia Cotugno (Maria), Fabio Galli (Santos), Arcangelo Iannace (Fabbri), Max Parodi (Coppetta).
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“La farfalla granata” Produttore Massimo Martino. Produttore Rai Fabrizio Zappi. Regia Paolo Poeti. Soggetto Grazia Giardiello e Roberto Jannone. Sceneggiatura Mauro Caporiccio, Grazia Giardiello, Roberto Jannone. Liberamente tratto da “La farfalla granata” di Nando Dalla Chiesa. Direttore di produzione Dariusz Kubik. Casting Pino Pellegrino. Aiuto Regista Davide Cincis. Costumi Paola Nazzaro A.S.C. Scenografia Maria Luigia Battani. Direttore della Fotografia Luca Santini. Montatore Antonio Siciliano. Musiche Andrea Ridolfi e Vito Abbonato. Edizioni Musicali Rai Trade. Fonico Maurizio Grassi. Parrucchiere Raffaella Alpignano. Trucco Patrizia Arrighi. Ufficio Stampa Patrizia Biancamano e Paola Spinetti.
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